Italia e Estero

Ong Tunisia: appello per migranti su piattaforma petrolifera

"Le autorità italiane devono prestare soccorso immediato alle 32 persone che, da oltre quattro giorni ormai, in fuga dalla Libia, sono naufragati sulla piattaforma petrolifera Miskar, di proprietà della multinazionale inglese British Gas, che si trova al largo delle coste tunisine, nel Mediterraneo centrale. Le persone sono in contatto fin dall'inizio con Alarm Phone che, da giorni, ha informato costantemente le Autorità italiane e maltesi della situazione. Le piattaforme sono state anche monitorate domenica e ieri dall'aereo civile Seabird di Sea-Watch". Così la Ong Mediterranea Saving Humans in merito alle 32 persone che hanno trovato riparo nella piattaforma petrolifera Miskar, in acque internazionali. "Una persona - prosegue - risulta già deceduta e molte fra di loro stanno male: non hanno acqua né cibo, sono esposti alle intemperie di un mare in burrasca. Non si può perdere altro tempo. Chiediamo che ci sia un intervento immediato di soccorso da parte delle Autorità Europee. La piattaforma si trova infatti a poche decine di miglia dalla zona Sar di Malta e dall'isola di Lampedusa. I militari tunisini hanno finora mancato di portare assistenza ai naufraghi e in ogni caso queste persone non devono essere deportate verso la Tunisia, che non è un Paese sicuro. Soccorreteli subito", conclude Mediterranea. ANSA/Mediterranea ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK
"Le autorità italiane devono prestare soccorso immediato alle 32 persone che, da oltre quattro giorni ormai, in fuga dalla Libia, sono naufragati sulla piattaforma petrolifera Miskar, di proprietà della multinazionale inglese British Gas, che si trova al largo delle coste tunisine, nel Mediterraneo centrale. Le persone sono in contatto fin dall'inizio con Alarm Phone che, da giorni, ha informato costantemente le Autorità italiane e maltesi della situazione. Le piattaforme sono state anche monitorate domenica e ieri dall'aereo civile Seabird di Sea-Watch". Così la Ong Mediterranea Saving Humans in merito alle 32 persone che hanno trovato riparo nella piattaforma petrolifera Miskar, in acque internazionali. "Una persona - prosegue - risulta già deceduta e molte fra di loro stanno male: non hanno acqua né cibo, sono esposti alle intemperie di un mare in burrasca. Non si può perdere altro tempo. Chiediamo che ci sia un intervento immediato di soccorso da parte delle Autorità Europee. La piattaforma si trova infatti a poche decine di miglia dalla zona Sar di Malta e dall'isola di Lampedusa. I militari tunisini hanno finora mancato di portare assistenza ai naufraghi e in ogni caso queste persone non devono essere deportate verso la Tunisia, che non è un Paese sicuro. Soccorreteli subito", conclude Mediterranea. ANSA/Mediterranea ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK
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TUNISI, 04 MAR - Una quindicina di Ong tunisine, tra cui il Forum tunisino per i diritti economico sociali, in relazione alla vicenda che vede "32 persone da oltre quattro giorni, in fuga dalla Libia, naufragate sulla piattaforma petrolifera Miskar, di proprietà della multinazionale inglese British Gas, al largo delle coste tunisine", come rivelato da Alarm Phone, "sollecitano le autorità competenti a intervenire rapidamente per soccorrere le persone in difficoltà". Le associazioni firmatarie scrivono in un appello congiunto, che "nonostante l'allerta rivolta alle autorità tunisine e maltesi, nonché a quelle italiane, che hanno trasmesso il caso alle forze libiche, non sembra essere pianificato alcun salvataggio". E infine "ricordano inoltre che salvare vite umane è un obbligo per tutti gli Stati", sottolineando inoltre "che il salvataggio può essere considerato completo quando le persone vengono portate in un luogo sicuro, dove non sono sottoposte a violenza, espulsione, detenzione o qualsiasi altra forma di molestia razzista istituzionale". (ANSA)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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