Oms e piano pandemico italiano, l'inchiesta non si ferma
Il ricercatore dell'Organizzazione mondiale della sanità Francesco Zambon è stato sentito ieri per parecchie ore in Procura a Bergamo nell'inchiesta sulla gestione del Covid nella Bergamasca. Da quanto ha riferito il suo avvocato Vittore D'Acquarone, si è presentato dai pm che lo avevano convocato già tre volte come teste. La vicenda su cui la magistratura sta facendo approfondimenti riguarda l'esistenza di un piano pandemico che, in base a una ricerca dell'Organizzazione Mondiale delle Sanità pubblicata e poi rimossa, non sarebbe stato aggiornato. Zambon finora aveva seguito l'indicazione dell'Oms di avvalersi dell'immunità diplomatica.
Da quanto si è saputo Zambon ieri si è presentato dopo che per tre volte era stato convocato dal Procuratore Antonio Chiappani e dai pm del pool che indagano in particolare sul caso dell'ospedale di Alzano, sulla mancata zona rossa e sulle morti nelle Rsa della Bergamasca. Il funzionario dell'Oms, da quanto è filtrato, se in precedenza ha rispettato le indicazioni dell'Organizzazione di far valere l'immunità diplomatica, ieri avrebbe invece accolto l'invito di Ranieri Guerra, il direttore vicario dell'Oms e membro del Cts sentito a Bergamo lo scorso 5 novembre, a rispondere ai magistrati.
Sull'audizione c'è il più stretto riserbo della procura per la delicatezza della vicenda, ma non è difficile ipotizzare che la deposizione abbia riguardato la vicenda sul documento pubblicato lo scorso maggio sul sito dell'Oms dal titolo «Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell'Italia al Covid-19», poi rimosso nel giro di 24 ore. Nella ricerca, per altro recuperata dal comitato «Noi Denunceremo» e pubblicata dal Giornale di Brescia, si sosteneva che «nel 2006, dopo l'epidemia da Sars, il ministero italiano della salute e le Regioni hanno approvato un piano pandemico, riconfermato nel 2017» senza che sia stato in realtà aggiornato per rispondere all'emergenza coronavirus che ha colpito l'Italia.Investigatori e inquirenti stanno cercando di ricostruire anche i retroscena legati a questo capitolo, con al centro il piano pandemico, per capire per quali motivi il report redatto dal gruppo di ricercatori dell'Oms - molti dei quali ora sentiti - e da Zambon fu rimosso e perché il piano esistente sarebbe stato in pratica «un copia e incolla» di quello del 2006. Inoltre non è escluso che a Zambon, al quale sarebbero state fatte domande a 360 gradi sulla sua posizione, sia stato chiesto pure delle presunte pressioni da parte di Guerra, se non addirittura minacce di non riconfermarlo più nel suo incarico, per ritoccare, attualizzandola a 3 anni fa, la data del piano pandemico.
Con l'audizione si sarebbero anche cercati i riscontri alle dichiarazioni con cui Guerra aveva spiegato che da Copenaghen, sede dell'Oms Europa, era arrivata l'indicazione di approvare «in fretta» quel report e che lui non si era opposto alla pubblicazione, ma ne aveva chiesto il ritardo di due giorni in quanto avrebbe segnalato a Zambon «inesattezze» in quel documento.
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