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Omicidio di Pamela, difesa in Cassazione per evitare ergastolo

Palloncini bianchi, rossi e verdi, alcuni a forma di cuore con la scritta Pamela, sono stati liberati dai familiari e da alcuni amici di famiglia di Pamela Mastropietro prima dell'udienza della Corte d'Assise a Macerata a carico di Innocent Oseghale, 30enne pusher nigeriano accusato di stupro, omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, 13 febbraio 2019. ANSA/FABIO FALCIONI
Palloncini bianchi, rossi e verdi, alcuni a forma di cuore con la scritta Pamela, sono stati liberati dai familiari e da alcuni amici di famiglia di Pamela Mastropietro prima dell'udienza della Corte d'Assise a Macerata a carico di Innocent Oseghale, 30enne pusher nigeriano accusato di stupro, omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, 13 febbraio 2019. ANSA/FABIO FALCIONI
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ANCONA, 16 GEN - Escludere l'accusa di violenza sessuale e la conseguente condanna all'ergastolo nel processo per l'omicidio e lo smembramento del cadavere della 18enne romana Pamela Mastropietro avvenuto il 30 gennaio 2018 a Macerata. E' questo l'obiettivo del ricorso straordinario alla Corte di Cassazione presentato dai legali di Innocent Oseghale, 36enne nigeriano, condannato all'ergastolo per il delitto e accuse collegate. Stamattina a Roma si è svolta l'udienza presso la Suprema Corte a Roma: presenti l'avvocato Simone Matraxia, anche in sostituzione del co-difensore Umberto Gramenzi, e la Procura generale della Cassazione. A fronte della richiesta difensiva di annullare la sentenza o comunque rinnovare il giudizio, la Procura generale ha chiesto la conferma dell'ergastolo. La Cassazione, che si è riservata la decisione al termine dell'udienza, potrebbe depositare la sentenza in serata o, più probabilmente, domani mattina. La difesa ha presentato il ricorso, ritenendo che i giudici abbiano commesso un errore materiale nella ricostruzione dei fatti: non avrebbero considerato, secondo i difensori, che Oseghale non cedette direttamente l'eroina alla ragazza e avrebbe avuto un rapporto sessuale consenziente con la 18enne nel sottopasso di Fontescodella, fuori della casa di via Spalato 124 dove venne uccisa, con la promessa di farle avere la droga da un altro pusher. Tali circostanze, per i legali, minerebbero la ricostruzione accusatoria secondo cui il rapporto si sarebbe consumato in casa dove la giovane sarebbe stata attirata con la promessa della cessione di droga e poi stuprata quando era sotto l'effetto di eroina e in condizioni di inferiorità psichica e minorata difesa. Pamela, alle prese con problemi di personalità borderline e di droga, il giorno prima di essere uccisa si era allontanata da una comunità terapeutica del Maceratese; il suo cadavere, fatto a pezzi da Oseghale, venne ritrovato il mattino seguente dentro due trolley in una strada periferica di Macerata. Oseghale è detenuto nel carcere di Ferrara: attende l'esito del giudizio, riferiscono i legali che non lo hanno incontrato di recente ma lo hanno sentito nei giorni scorsi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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