Nuova ecatombe in mare: annegano 170 persone in due naufragi

Centosettanta vittime in due naufragi; 170 persone morte negli ultimi giorni in un Mediterraneo che, anche in questo inizio del 2019, si conferma «cimitero dei migranti».

I barconi del sogno europeo non si fermano e continuano a partire dalla Libia, in fuga da «violenze e abusi», dalle torture dei centri di detenzione, come raccontano i fortunati che ce la fanno.

Anche ieri altri tre gommoni sono stati avvistati al largo di Tripoli, due sono stati riportati in Libia, mentre un altro con a bordo 47 migranti è stato soccorso da Sea Watch che resta ora in attesa di indicazioni dalle autorità per un porto sicuro.

L’ultima tragedia è avvenuta venerdì mattina, quando le autorità libiche hanno avvistato un gommone in difficoltà con «circa 50 migranti», secondo la loro stima, a nord di Garabulli. La Guardia costiera di Tripoli ha inviato dapprima una motovedetta - poi costretta a tornare indietro per avaria - e poi allertato un mercantile battente bandiera liberiana per soccorrere il natante.

Nel frattempo, un paio d’ore dopo, il gommone è stato avvistato anche da un velivolo dell’Aeronautica militare italiana che ha riferito di 20 persone a bordo. Ma a quel punto il gommone era già semiaffondato. L’equipaggio dell’aereo ha lanciato due zattere di salvataggio, mentre poco più tardi un elicottero inviato dal cacciatorpediniere Caio Duilio ha recuperato i 3 superstiti del naufragio e li ha portati a Lampedusa. Sono stati loro a rivelare che su quel gommone erano in 120, tra cui 10 donne e un bimbo di due mesi.

Un altro naufragio, invece, è avvenuto nei giorni scorsi ed è costato la vita a 53 migranti che tentavano di raggiungere l’Europa sulla rotta nel Mediterraneo occidentale, in direzione della Spagna.