Italia e Estero

Nucleare: 40mila firme per il no al deposito in Sardegna

Attraverso una petizione online, hanno espresso un No univoco alla possibilità di trasferire le scorie sull'isola
La mappa del Cnapi indica le aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari - Foto © www.giornaledibrescia.it
La mappa del Cnapi indica le aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sulla questione delle aree potenzialmente idonee per il deposito nazionale di rifiuti nucleari, i cittadini sardi non hanno tardato a far sentire la loro voce: attraverso una petizione online, hanno espresso un No univoco alla possibilità di trasferire le scorie sull'isola.

L'appello, lanciato su Change.org da una cittadina, Letizia Cappai, in sole 48 ore ha già raccolto 40mila firme. «Ancora una volta la Sardegna è stata scelta come deposito delle scorie nucleari», si legge nell'incipit della raccolta firme. «Non è accettabile! Ne va della salute di uomini, donne e bambini. La Sardegna non è una discarica ma una terra meravigliosa che va preservata», spiega la promotrice della petizione.

«Vogliono devastare ancora una volta la nostra natura e la nostra splendida isola: non lo permetteremo!» «Questa non è una battaglia solo Sarda - conclude - ma di tutte quelle persone che vogliono un mondo migliore. Un mondo migliore da lasciare ai nostri figli e nipoti». 

I rifiuti nucleari italiani più radioattivi sono stoccati temporaneamente in Francia e Gran Bretagna, con costi altissimi per i contribuenti, quelli meno radioattivi sono sparsi in vari depositi poco sicuri in Italia. Dopo anni di valutazioni, rimpalli e rinvii, oggi i ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico hanno autorizzato la Sogin (la società pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari) a pubblicare la sua carta dei 67 siti idonei, la Cnapi.

I siti sono 8 in Piemonte, 2 in Toscana, 22 in Lazio, 1 in Puglia, 12 in Basilicata, 4 fra Puglia e Basilicata, 4 in Sicilia e 14 in Sardegna.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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