Italia e Estero

Norma anti rave: «Si rischia che a ogni manifestazione ti prendano a manganellate»

Sindacati bresciani unanimi: «La legge va definita meglio. Siamo preoccupati»
Una manifestazione dei sindacati - © www.giornaledibrescia.it
Una manifestazione dei sindacati - © www.giornaledibrescia.it
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La norma contro i rave party prescritta dal neo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, preoccupa anche le organizzazioni sindacali. «È impensabile che a ogni nostra manifestazione ti possano prendere a manganellate», evidenza il segretario della Uil di Brescia, Mario Bailo.

«Questo aspetto va chiarito il prima possibile dal Governo, che evidentemente ha una forte responsabilità verso il Paese - aggiunge il sindacalista di via Vantini -: fatta così questa norma mette molta preoccupazione».

A tal proposito Bailo prova ad applicare la norma anti-rave su passate manifestazioni sindacali. «Ricordo che alcuni anni fa siedevamo al tavolo con i vertici della Cf Gomma di Passirano per il rinnovo del contratto integrativo. Fu una trattativa molto difficile che si trascinò per diverse settimane, finché di fronte all’ennesima fase di stallo dell’azienda decidemmo di scioperare e, senza alcuna autorizzazione, occupammo l’autostrada A4. Ebbene - si domanda il segretario della Uil - ora rischieremmo di essere bloccati con la forza o di incorrere in una pesante multa».

Dello stesso avviso anche il segretario della Camera del Lavoro provinciale, Francesco Bertoli: «La norma per contrastare i rave lascia spazio a forti timori: pare una norma estesa anche a chi manifesta per i diritti e per il lavoro. Lei pensi se la sua applicazione fosse estesa anche all’occupazione delle fabbriche ...».

E qui la memoria porta ad esempio al blocco dei camion fuori dall’Iveco nel 2012 in seguito alla vertenza Mac scoppiata per l’annuncio di 84 licenziamenti ritenuti «ingiusti» dalla Fiom. O, ancora, al presidio durato per settimane dei 194 dipendenti della Federal Mogul di Desenzano che si trovarono all’improvviso senza lavoro.

«Nel 2014, l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi venne a Brescia, alla Palazzoli per partecipare all’assemblea di Confindustria - continua Bertoli -. Avevamo annunciato alla Questura che avremmo manifestato fuori dai cancelli. Per questioni di sicurezza dovevamo stare a una determinata distanza, ma non rispettammo quel limite. Ne eravamo consapevoli, ma non volevamo essere violenti: volevamo solo far sentire la nostra presenza e le nostre ragioni all’allora premier. Senza mettere in pericolo nessuno. Secondo la norma anti-rave, però, oggi rischieremmo quantomeno una denuncia e quindi sei anni di reclusione».

Anche per questo motivo, secondo i sindacalisti bresciani la norma anti-rave va necessariamente chiarita. «Il decreto lascia adito a troppe restrizioni» concorda il segretario generale della Cisl di Brescia, Alberto Pluda. «Pensi al caso di un infortunio sul lavoro - continua -. Normalmente in quell’azienda si blocca istantaneamente la produzione e i lavoratori si schierano nel piazzale o davanti ai cancelli in segno di protesta. In quel caso lo sciopero non è autorizzato e, secondo la norma contro i rave, sarebbe inevitabile l’intervento del Prefetto. A questo punto però creando un impatto non indifferente sulla possibilità di esprimere un legittimo disagio da parte dei lavoratori».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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