Italia e Estero

Neutrino da record apre la porta a un universo inesplorato

È stato dato ufficialmente alle 17, dal Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi, in diretta con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Roma e con il Nikhef National Institute for Subatomic Physics ad Amsterdam, la notizia della scoperta, fatta dal telescopio sottomarino KM3NeT, situato negli abissi del Mar Mediterraneo, che ha misurato il segnale prodotto da un neutrino cosmico con un'energia record di circa 220 PeV, ovvero 220 milioni di miliardi di elettronvolt. Un progetto di altissimo valore scientifico, i risultati sono pubblicati su Nature, che vede anche il contributo di Genova, con le ricercatrici e i ricercatori dell'Università e della sezione dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, una quarantina quelli coinvolti. All'interno della collaborazione internazionale di KM3NeT, infatti, i ricercatori genovesi ricoprono ruoli di responsabilità e coordinamento, occupandosi anche di molteplici analisi su potenziali sorgenti astrofisiche di neutrini e sui raggi cosmici. Inoltre la sezione Infn di Genova ospita uno dei laboratori dove le unità di rilevamento vengono assemblate e calibrate prima della loro installazione in mare. "Il risultato di questa scoperta scientifica è stato ottenuto da una collaborazione internazionale, costituita da ricercatrici e ricercatori di 21 paesi e europei - spiega Mauro Taiuti, ordinario di chimica nucleare e direttore di Infn Genova - dove Genova contribuisce tramite l'università, con il dipartimento di fisica e la sezione di Genova dell'Infm dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il nostro contributo è stato soprattutto nella fase costruttiva e progettuale del telescopio e ancora oggi abbiamo in funzione presso i nostri laboratori una catena di montaggio delle unità di rilevazione. Genova, 12 febbraio 2025. ANSA/LUCA ZENNARO
È stato dato ufficialmente alle 17, dal Centre National de la Recherche Scientifique di Parigi, in diretta con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Roma e con il Nikhef National Institute for Subatomic Physics ad Amsterdam, la notizia della scoperta, fatta dal telescopio sottomarino KM3NeT, situato negli abissi del Mar Mediterraneo, che ha misurato il segnale prodotto da un neutrino cosmico con un'energia record di circa 220 PeV, ovvero 220 milioni di miliardi di elettronvolt. Un progetto di altissimo valore scientifico, i risultati sono pubblicati su Nature, che vede anche il contributo di Genova, con le ricercatrici e i ricercatori dell'Università e della sezione dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, una quarantina quelli coinvolti. All'interno della collaborazione internazionale di KM3NeT, infatti, i ricercatori genovesi ricoprono ruoli di responsabilità e coordinamento, occupandosi anche di molteplici analisi su potenziali sorgenti astrofisiche di neutrini e sui raggi cosmici. Inoltre la sezione Infn di Genova ospita uno dei laboratori dove le unità di rilevamento vengono assemblate e calibrate prima della loro installazione in mare. "Il risultato di questa scoperta scientifica è stato ottenuto da una collaborazione internazionale, costituita da ricercatrici e ricercatori di 21 paesi e europei - spiega Mauro Taiuti, ordinario di chimica nucleare e direttore di Infn Genova - dove Genova contribuisce tramite l'università, con il dipartimento di fisica e la sezione di Genova dell'Infm dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il nostro contributo è stato soprattutto nella fase costruttiva e progettuale del telescopio e ancora oggi abbiamo in funzione presso i nostri laboratori una catena di montaggio delle unità di rilevazione. Genova, 12 febbraio 2025. ANSA/LUCA ZENNARO
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ROMA, 13 FEB - Un neutrino da record, il più ricco di energia mai visto, è stato catturato dal telescopio sottomarino che è al largo della Sicilia. La scoperta apre la porta a territori dell'universo inesplorati e su una nuova pagina dell'astrofisica delle particelle. Il risultato, cui Nature dedica la copertina, si deve alla collaborazione KM3NeT e viene presentato in un evento congiunto fra Roma, presso l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che è tra i fondatori e principali contributori del progetto, Parigi con il Centre National de la Recherche Scientifique e Amsterdam con il National Institute for Subatomic Physics. Il neutrino cosmico, chiamato KM3-230213A, ha l'energia record di 220 milioni di miliardi di elettronvolt (220 PeV), pari a 20.000 volte l'energia con cui vengono accelerate le particelle nel più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern. La scoperta di questo messaggero che arriva da territori inesplorati "apre una nuova finestra di osservazione sull'universo", commenta Paschal Coyle del Centro di fisica delle particelle del Cnrs a Marsiglia. Al momento della scoperta Coyle coordinava la collaborazione KM3NeT, che comprende 360 ricercatori che fanno capo a 68 istituzioni di 22 Paesi. La scoperta è la prima dimostrazione che nell'universo vengono generati neutrini a energie così elevate. Le possibili interpretazioni sono tante: "l'energia estremamente elevata lo colloca in una regione totalmente inesplorata, di estremo interesse per la scienza. Future osservazioni di altri eventi di questo tipo serviranno per costruire un chiaro quadro interpretativo", dice Rosa Coniglione, ricercatrice dell'Infn ai Laboratori Nazionali del Sud e vicecoordinatrice della collaborazione KM3NeT al momento della scoperta. Per Giacomo Cuttone, responsabile nazionale dell'Infn per KM3NeT, "un'energia così elevata non è semplice da inquadrare nella nostra galassia: si aprono nuovi scenari" e adesso "la sfida è comprendere possibili meccanismi che possano averlo generato". Senza dubbio "abbiamo trovato qualcosa che non ci aspettavamo", ha detto Luigi Antonio Fusco, di Università di Salerno e Infn, nella conferenza stampa online organizzata dalla rivista Nature. "Stiamo aprendo una nuova finestra sull'universo", ha aggiunto. "E quando apri una nuova finestra non sai quello che potrai trovare", ha aggiunto Coyle nella stessa conferenza stampa. "Di sicuro è qualcosa che non può essere previsto". Gli indizi sono pochi al momento, ma per Damien Dornic del Cnrs "siamo quasi sicuri che il neutrino non venga dalla nostra galassia, non sappiamo però da quale distanza sia arrivato". E' stato un bagliore bluastro a rilevare la particella, il 13 febbraio 2023, ma i ricercatori hanno preferito fare ulteriori controlli con un lavoro di analisi dei dati durato due anni: un tempo necessario, considerando un evento così straordinario. A vedere il neutrino da record è stato il rivelatore Arca (Astroparticle Research with Cosmics in the Abyss) detector del telescopio KM3NeT. Questo strumento unico al mondo si trova alla profondità di 3.450 metri, a circa 80 chilometri al largo della costa di Portopalo di Capo Passero, in Sicilia. L'Italia, con l'Infn, ha un ruolo di primo nel progetto, grazie ai fondi del ministero dell'Università e della Ricerca e della Regione Sicilia. Il telescopo, ha detto il presidente dell'Infn Luciano Zoccoli, "continuerà a crescere" grazie ai fondi del Pnrr riservati potenziamento delle infrastrutture di ricerca.

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