Nel latte c'è la salmonella: Lactalis ritira 12mln di confezioni
Lactalis ritira dal mercato in 83 Paesi 12 milioni di confezioni di prodotti per la prima infanzia provenienti dalla fabbrica di Craon, ovest della Francia, dopo la scoperta a dicembre di casi
di salmonellosi.
L'annuncio arriva dall'ad Besnier, in un' intervista al Journal du Dimanche. Finora 35 casi di neonati colpiti in Francia, uno in Spagna, mentre un altro in Grecia è da confermare. «La priorità assoluta è la sicurezza totale» dice Besnier assicurando che Lactalis risarcirà tutte le famiglie che abbiano subito un danno dalla contaminazione di salmonella.
Il caso della Lactalis «è l'ultimo della serie di allarmi alimentari che hanno portato oggi più di due italiani su tre (68%) ad essere preoccupati dell'impatto di quello che mangiano sulla salute, per effetto del ripetersi degli scandali sul cibo». È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè
divulgata in occasione dell'annuncio dell'amministratore delegato della compagnia francese che ha chiesto a tutti distributori coinvolti di togliere il prodotto a rischio dagli scaffali.
«Sono importanti le misure per affrontare l'emergenza ma - sottolinea la Coldiretti - occorre intervenire con interventi strutturali di fronte agli scandali che si rincorrono e si propagano rapidamente a livello planetario». L'inizio del secolo, ricorda la Coldiretti, è stato segnato dall'emergenza mucca pazza del 2001 che è quella che ha pesato di più sulla filiera alimentare ma che ha anche rappresentato una volta nelle politiche comunitarie con misure di prevenzione e trasparenza come l'obbligo di indicare in etichetta l'origine della carne.
Nel 2008 è stata invece la volta della carne alla diossina dal nord Europa seguito della contaminazione nei mangimi, e del latte alla melamina che dalla Cina si è diffuso in tutto il mondo. Due anni più tardi (2010) - continua la Coldiretti - è arrivata la mozzarella blu a spaventare i consumatori italiani mentre nell'estate del 2011 è comparso il batterio killer, che fece salire ingiustamente i cetrioli sul banco degli imputati e poi nel 2013 è stata la volta delle polpette di carne di cavallo spacciata per manzo e nel 2017 delle uova al Fipronil.
«L'esperienza di questi anni dimostra - conclude la Coldiretti - l'importanza di una informazione corretta con l'obbligo di indicare in indicare in etichetta l'origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti». In questo contesto la Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica sulle modalità di indicazione dell'origine in etichetta come previsto dal regolamento europeo sulle informazioni ai consumatori n.1169/2011, entrato in vigore nel dicembre 2013.
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