Navalny su Instagram: «Avvelenato da solo? Putin la sa lunga»
«Preparare in cucina il Novichok, berne un sorso in aereo, cadere in coma, finire all'obitorio di Tomsk, dove la causa della morte sarebbe stata "ha vissuto abbastanza". Questo era il mio furbissimo piano. Ma Putin ha avuto il sopravvento. Lui la sa lunga. Risultato: io da fesso ho passato 18 giorni in coma senza ottenere ciò che volevo. La provocazione non è riuscita!».
Così in un post su Instagram Alexei Navalny ha commentato, con ironia, le parole che Vladimir Putin avrebbe detto a Emmanuel Macron nella telefonata del 14 settembre. Secondo Le Monde, Putin ha ventilato l'ipotesi che Navalny si sia «auto-avvelenato» per ragioni non chiare. Oppure che la Lettonia possa essere coinvolta nel suo avvelenamento.
Nel corso della conversazione telefonica fra Vladimir Putin ed Emmanuel Macron i due presidenti «hanno effettivamente parlato» del caso di Alexei Navalny ma il quotidiano Le Monde non ha fornito un resoconto esatto di quelle parole. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Interfax. «E ad essere onesti, non poteva essere esatto, perché questo significherebbe che i nostri partner francesi hanno deliberatamente passato ai media il nastro della conversazione dei due presidenti e questo non è conforme alla prassi diplomatica. E siamo convinti che non sia così», ha sottolineato Peskov.
Solo due giorni fa Navalny, sempre su Instagram ha scritto un lungo post d’amore rivolto alla moglie. «Julia, mi hai salvato, e lascia che lo mettano nei libri di testo di neuroscienze», ha scritto Alexei ringraziando la moglie per averlo assistito nella fase più buia del coma. Navalny ha poi rivelato che la coppia il 26 agosto ha festeggiato «i 20 anni di matrimonio». «Me lo sono perso, ma ora so qualcosa in più sull'amore», ha proseguito Navalny.
«Certo, l'avete visto cento volte nei film e l'avete letto nei libri: una persona giace in coma e l'altra con il suo amore e la sua costante cura la riporta in vita. Naturalmente, è quello che abbiamo fatto anche noi. Nei canoni dei film classici dell'amore e del coma. Ho dormito, e dormito, e dormito. Yulia veniva a parlare con me, mi cantava canzoni, suonava musica. Non mentirò: non ricordo nulla», dice Navalny. Che poi però racconta la fasi di risveglio. Non «memoria» vera e propria ma «un insieme di sensazioni». In pratica Yulia lo accudisce ma Alexei non capisce che è la moglie. Non sa proprio chi sia. Però a pelle la sua presenza lo rallegra e quando lei non c'è s'incupisce. «Non c'è dubbio che esista una spiegazione scientifica. Tipo che captavo il timbro della voce di mia moglie, il mio cervello rilasciava dopamina, mi sentivo meglio. Ma per quanto la spiegazione scientifica e medica possa sembrare fica, ora lo so per esperienza: l'amore guarisce e riporta in vita», conclude
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