Italia e Estero

Natale al tempo del Covid: cosa è cambiato dallo scorso anno

Nel 2020 affrontavamo le feste in zona rossa con larga parte di negozi e attività chiusi. Ora una libertà vigilata. Di mezzo, i vaccini
Due ciclisti in tenuta da Babbo Natale in corso Zanardelli: quest'anno nessuna limitazione negli spostamenti - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
Due ciclisti in tenuta da Babbo Natale in corso Zanardelli: quest'anno nessuna limitazione negli spostamenti - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Nelle case degli italiani da giorni fervono i preparativi per il cenone della vigilia con i familiari, comitive di amici si scambiano gli auguri nelle piazze e nei pub, i cinema sono tornati a proporre le commedie natalizie. Un quadro inimmaginabile un anno fa, a Natale del 2020, quando il Paese era tutto in zona rossa e la mobilità fortemente limitata. In dodici mesi il Covid non se n'è andato, ma - con la campagna vaccinale - le differenze rispetto alle feste che stanno per arrivare sono moltissime.

Il 24 dicembre 2020 in tutta Italia era vietato ogni spostamento, in entrata e in uscita dalla propria regione, salvo comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. Quasi tutti i negozi erano chiusi, come pure palestre, cinema, teatri e discoteche (aperti i supermercati, gli alimentari, insieme alle farmacie). Era possibile, una sola volta al giorno, spostarsi per fare visita a parenti o amici, tra le 5 e le 22 e massimo in due persone, portando con sé i figli minori di 14 anni (non senza avere con sé la famigerata ultima versione dell'autocertificazione).

Un anno dopo lo stivale è bianco e giallo, c'è completa libertà di movimento, gli esercizi commerciali sono pienamente operativi come pure i centri sportivi e i luoghi di spettacolo e intrattenimento. Lo shopping nelle città è a pieno ritmo, il coprifuoco e l'attività motoria consentita «individualmente» e «in prossimità della propria abitazione» è solo un ricordo.

Il 27 dicembre 2020 in tutta la penisola si celebrava il V-Day, l'avvio simbolico della campagna vaccinale, oggi siamo arrivati alla terza dose e oltre l'88% della popolazione over 12 ha ricevuto la prima. Per accedere all'interno di locali, treni, bus e metro serve il green pass, in possesso di chi è immunizzato o ha un tempore negativo. È proprio il certificato verde il simbolo della strategia scelta dal governo per arginare la pandemia nel 2021 consentendo il ritorno ad una «normalità vigilata». Un pass rafforzato - solo per i vaccinati e guariti - che viene richiesto per l'accesso a spettacoli, competizioni ed eventi sportivi, feste, discoteche e ristorazione al chiuso (anche per il banco).

Complici le varianti e il loro maggiore tasso di infettività, a due giorni dal Natale si è toccato il picco dei contagi quotidiani da inizio pandemia in Italia: 44.595 con 168 morti.
Il 24 dicembre 2020 i nuovi positivi erano molti meno, 18.040, le vittime molte di più, 505. Ad oggi si contano 1.023 pazienti in terapia intensiva e 8.722 ricoverati, allora erano rispettivamente 2.589 e 24.070. 

Dunque, quello che stiamo per vivere è un vero e proprio Natale di convivenza con il virus. Forte dello scudo del vaccino che previene la malattia grave, riduce la mortalità e ostacola - con i booster - le infezioni, il governo lascia gli italiani liberi di muoversi, festeggiare ed incontrarsi.

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Con qualche paletto già in essere o in arrivo: le nuove misure varate ieri dal Cdm con il divieto di feste di piazza con assembramenti, la validità del Green Pass ridotta e la mascherina nuovamente imposta all'aperto ci vanno strette. Forse ricordando com'eravamo un anno fa, avvertiremo come meno pressanti le limitazioni che questo secondo Natale di pandemia pure porta ancora con sé.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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