Nascosto per anni, il violino della Shoah torna a suonare
MACCHIAGODENA, 27 GEN - Le corde del "violino della Shoah" vibrano ancora, diffondendo musica, grazie alle mani della violista Alessandra Sofia Romano, originaria di Macchiagodena (Isernia). Quel violino era di Eva Maria Levy, ebrea deportata da Torino ad Auschwitz Birkenau dove è morta e dove il fratello Enzo ha ritrovato il violino per poi lasciarlo da un antiquario torinese prima di togliersi la vita, nel 1958. Dentro Enzo aveva nascosto un biglietto su cui c'era un numero di matricola come quelli impressi sulle braccia dei deportati. Sarà, anni dopo, Carlo Alberto Carutti, appassionato di oggetti rari, a scoprire il segreto di quel violino e ad affidarlo ad Alessandra Romano affinché, con la musica, dia voce a Eva Maria e alle tante vittime della cieca furia nazista e dei loro alleati. Lo ha raccontato la stessa Romano con un videomessaggio inviato alla Prefettura di Isernia per il Giorno della Memoria. Il prefetto, Giuseppe Montella, ha voluto che le celebrazioni si svolgessero proprio a Macchiagodena che, per l'Ottantesimo anniversario dalla liberazione di Auschwitz, ha installato la panchina della memoria. Il prefetto ha consegnato tre medaglie d'onore ai familiari di tre molisani deportati nel lager: Rinaldo Midea di Macchiagodena, Giuseppe Forte di Castelpetroso (Isernia) e Guido Cipolletta di Colli al Volturno (Isernia).
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