Morto per complicazioni legate al Covid-19 il regista Kim Ki-duk
È morto a 59 anni, in Lettonia, in seguito a complicazioni legate al Covid-19, il regista sudocoreano Kim Ki-duk. Lo riferisce il portale lettone Delfi. Il debutto alla regia nel 1996 è con Coccodrillo, film che racconta la vicenda di un uomo che vive aspettando sotto il ponte di un fiume i suicidi, per poter sottrarre poi ai cadaveri i loro averi.
Il film seguente è Wild Animals (1997), che avrebbe dovuto intitolarsi, con riferimento al film precedente, The Two Crocodiles. Segue Birdcage Inn, in cui affronta il tema del sesso mettendolo in scena come strumento di comunicazione. Questo stesso tipo di approccio si ha nella sua opera quinta, ossia L'isola, con cui partecipa alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, destando scalpore per il tema affrontato e le situazioni presentate. L'isola permette a Kim Ki-duk di ottenere il successo a livello internazionale, grazie alle vendite del film in molti Paesi e alla partecipazione a numerosi festival.
Sempre nel 2000 gira anche Real Fiction, di matrice sperimentale sia dal punto di vista tecnico (girato in soli 200 minuti), che dal punto di vista dei temi affrontati. Nel 2001 è la volta di Indirizzo sconosciuto. Nel 2001 realizza anche Bad Guy, altro film crudo a cui segue The Coast Guard, in cui l'autore sembra voler mettere a fuoco l'origine della rabbia, della violenza e della follia autodistruttiva.
La sua prima pellicola uscita nelle sale italiane è Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera, presentato in concorso al Festival internazionale del film di Locarno nel 2003 e capace di ottenere notevoli risultati al botteghino nonostante la firma d'autore. Il suo film successivo è La samaritana, in concorso al Festival internazionale del cinema di Berlino del 2004, dove si aggiudica l'Orso d'argento per il miglior regista. Il film è uscito nelle sale italiane solo nel giugno 2005.
La casa vuota, con il quale vince il Leone d'argento - Premio speciale per la regia alla 61esima Mostra di Venezia. L'anno successivo è la volta de L'arco, presentato al Festival di Cannes 2005. Nel 2011 il suo documentario Arirang, progettato proprio dopo l'incidente avvenuto sul set di Dream, vince il premio Un Certain Regard a Cannes. Nel 2012 vince il Leone d'oro alla 69esima edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con il film Pietà. L'anno successivo è la volta di Moebius, presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2013. Il regista torna al Lido anche nel 2014 con One on One, film che apre, fuori concorso, la selezione delle Giornate degli Autori; è dell'anno successivo, invece, l'ancora inedito Stop. Il 2016 segna l'ulteriore ritorno di Kim Ki-duk alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il suo Il prigioniero coreano apre la nuova sezione denominata Cinema nel Giardino.
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