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Morto in carcere Pino Scaduto,ritenuto capomafia di Bagheria

Giuseppe Scaduto in una foto diffusa il 30 ottobre 2017, in occasione del suo arresto nell'ambito dell'inchiesta "Nuova alba". Il boss mafioso avrebbe ordinato al figlio di uccidere la sorella perchè aveva una relazione con un carabiniere. ANSA/ US COMANDO PROVINCIALE DEI CARABINIERI +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY +++
Giuseppe Scaduto in una foto diffusa il 30 ottobre 2017, in occasione del suo arresto nell'ambito dell'inchiesta "Nuova alba". Il boss mafioso avrebbe ordinato al figlio di uccidere la sorella perchè aveva una relazione con un carabiniere. ANSA/ US COMANDO PROVINCIALE DEI CARABINIERI +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY +++
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PALERMO, 23 APR - E' morto Giuseppe Scaduto 78 anni, detto Pino, ritenuto il boss del mandamento mafioso di Bagheria (Palermo). Era in carcere al 41 bis a Cagliari. Era stato arrestato nell'ambito dell'operazione denominata "Perseo" nel 2008. In passato è stato condannato anche per ricettazione, produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Nel 2012 è stato condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione. Nell'ottobre del 2017 è stato nuovamente arrestato per estorsione aggravata in concorso e per questo reato condannato, nel 2019, dalla Corte di Appello di Palermo a 10 anni di reclusione. Nell'ordinanza del 2017 era riportato l'ordine che il boss avrebbe ordinato di uccidere sua figlia 'colpevole' di aver avuto una relazione con un carabiniere che poi, anche grazie alle confidenze ricevute dalla ragazza, avrebbe arrestato il padrino nel 2008. Sulla ricostruzione, che non gli è mai stata contestata penalmente, Scaduto in sede di interrogatorio davanti al gip ha negato nettamente di aver mai saputo della relazione e ha rivelato di non avere rapporti con la figlia da anni. Nel settembre 2021, mentre scontava la pena, è stato raggiunto da ulteriore provvedimento di custodia cautelare per associazione mafiosa, estorsione e rapina aggravata. Nel 2022 la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo gli ha confiscato beni per un milione e mezzo di euro, tra cui società che gestiva strutture alberghiere, aziende edili, terreni, tre abitazioni, due fabbricati rurali, tre magazzini a Bagheria e dieci rapporti bancari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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