Morì in auto senza seggiolino: stessa pena a genitori e autista
Per la morte in un incidente stradale di una bambina di un anno e mezzo, il tribunale di Como ha condannato, ritenendoli egualmente responsabili, chi provocò l'incidente guidando in stato di ebbrezza, ma anche i genitori della bimba che in auto non rispettarono alcuna misura di sicurezza tra quelle previste per il trasporto dei bambini.
La piccola Aurora Sigi, di un anno e mezzo, morì nella notte tra il 2 e 3 maggio 2017 a Vighizzolo di Cantù.
Era in braccio alla mamma sul sedile anteriore della Lancia Y guidata dal papà che alle 23.45, all'incrocio tra viale Italia e via Rossini, venne
investita da una Skoda Fabia il cui conducente guidava in stato di ebbrezza. L'impatto fu fatale per la bambina: non solo non si trovava nel seggiolino obbligatorio per legge ( seggiolino che in auto neppure c'era) ma la mamma non indossava nemmeno la cintura di sicurezza.
L'impatto fu fatale alla bimba che morì in ospedale due ore dopo l'incidente.
Il Tribunale di Como ha ritenuto egualmente responsabili per la morte della piccola sia il conducente dell'auto che ha provocato lo scontro, sia i due genitori. Il primo, Fabio
Pozzoli, operaio di 35 anni, è stato condannato con rito abbreviato a 1 anno e 4 mesi per omicidio stradale aggravato: con una manovra azzardata, in piena notte e sotto la pioggia, effettuò una svolta improvvisa a sinistra tagliando la strada alla Lancia, ed aveva un tasso alcolemico di 1,38 grammi per litro, a fronte di un massimo consentito dalla legge di 0,5 grammi. I genitori della bambina, il padre Manuel Sigi, 29 anni, e la mamma Vanessa Cunio, 27 anni, hanno patteggiato la medesima condanna, un anno e 4 mesi. Nell'incidente lui riportò la frattura di un ginocchio, lei un trauma al volto.
La loro responsabilità penale deriva dal fatto che avevano omesso di assicurare la bambina a un seggiolino idoneo - da collocare sul sedile posteriore o in quello anteriore in senso contrario a quello di marcia - consentendo che la piccola viaggiasse in braccio alla mamma, nel posto accanto al guidatore e senza cinture. Misure di sicurezza che, se rispettate, avrebbero molto probabilmente salvato la vita ad Aurora, viste le conseguenze limitate dello scontro sugli altri occupanti delle auto. Il padre di Aurora era stato chiamato a rispondere anche del fatto che l'auto era in circolazione nonostante un fermo amministrativo per mancata revisione, e per avere superato i limiti di velocità sull'asfalto viscido, con un veicolo dotato di pneumatici e freni non in perfetta efficienza.
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