Milano-Cortina: giudici, bisogna indagare sul clientelismo
MILANO, 17 LUG - Il "quadro" emerso dalle testimonianze e dalle "intercettazioni", "in particolare con riferimento" al "clientelismo che sovraintendeva alle assunzioni in Fondazione" Milano Cortina 2026, alla "carenza di effettivo svolgimento della prestazione lavorativa" anche a fronte di un "deficit di bilancio" che si è "amplificato", rende "non solo utile ma anche doveroso" indagare ancora sulla gestione dell'evento olimpico. Lo scrive il Tribunale del Riesame di Milano nel provvedimento con cui ieri ha confermato i sequestri probatori a carico di uno degli indagati, l'ex dirigente dell'ente Massimiliano Zuco, e ha riqualificato uno dei reati, la corruzione in "corruzione tra privati", contestato nell'inchiesta assieme alla turbativa d'asta e all'abuso d'ufficio. Riesame che, inoltre, come emerge dal provvedimento, non ha preso posizione, in questa fase cautelare, sul nodo della natura giuridica della Fondazione, natura pubblica (sostenuta dai pm) o privata (indicata dal governo in un decreto di giugno e dalla difesa). I giudici (Savoia-Nosenzo-Ambrosino) scrivono che l'intervento "del Legislatore", ossia quel decreto di poco più di un mese fa con cui il governo ha ribadito la natura privata della Fondazione, contestata, invece, dall'aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, non comporta, comunque, "l'irrilevanza penale del fatto". Da qui la "conferma del sequestro", affinché si indaghi ancora a partire dai dispositivi presi nelle perquisizioni del 21 maggio scorso, eseguite dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano.
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