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Migliaia in piazza a Valencia per esigere le dimissioni di Mazon

epa11933002 People attend a protest calling for the resignations of Valencia's Regional President Carlos Mazon, in Valencia, Spain, 01 March 2025. Protests calling for Mazon;s resignations have been held since autumn 2024, when the region of Valencia was hit by deadly floods triggered by a DANA (high-altitude isolated depression) weather phenomenon which killed more than 200 people. EPA/MANUEL BRUQUE
epa11933002 People attend a protest calling for the resignations of Valencia's Regional President Carlos Mazon, in Valencia, Spain, 01 March 2025. Protests calling for Mazon;s resignations have been held since autumn 2024, when the region of Valencia was hit by deadly floods triggered by a DANA (high-altitude isolated depression) weather phenomenon which killed more than 200 people. EPA/MANUEL BRUQUE
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MADRID, 01 MAR - Al grido di 'Mazon dimissio'! (Mazon dimettiti!) 'decine di migliaia di persone sono scese in corteo, a partire dalle 18::00 a Valencia, per esigere responsabilità al presidente della Comunità Valenziana, Carlos Mazon, del Partito Popolare, per la gestione dell'emergenza per le alluvioni che il 29 ottobre hanno provocato 224 morti e tre dispersi nella regione. 'Ni perdonamos, ni olvidamos', non perdoniamo né dimentichiamo si legge sui cartelli di alcuni dei manifestanti nella quinta mobilitazione per protestare contro le autorità regionali ritenute colpevoli della cattiva gestione dell'emergenza. Per aver lanciato l'allarme di protezione civile alla popolazione, il giorno della peggiore catastrofe naturale che ha colpito la Spagna, quando molti dei 78 comuni sferzati dalle alluvioni era già inondato e la maggior parte delle vittime era già morta, secondo quanto è emerso dall'indagine giudiziaria. 'I nostri familiari sono morti per la vostra incompetenza, assassini', è scritto su un grande striscione che apre il corteo che percorre il centro della città, dietro il quale sfilano i familiari delle vittime. La manifestazione, convocata da oltre 200 fra associazioni civiche, enti sociali e sindacati, per denunciare che "le perdite materiali non si potevano evitare, ma le morti di persone potevano evitarsi", se fosse stato dato per tempo l'allarme di protezione civile alla popolazione, come ha segnalato in un'ordinanza la giudice istruttore di Catarroja, uno dei comuni più colpiti dalla catastrofe, che coordina l'indagine sulla gestione dell'emergenza, ipotizzando i reati di omicidi e lesioni colpose.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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