Italia e Estero

Mentre il medico bresciano parla, il «santone» arrestato tace

Davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere il fondatore del centro olisitco ligure arrestato assieme al medico di Manerbio Oneda
Il dottor Paolo Oneda, dirigente di Chirurgia generale dell'ospedale di Manerbio, e il santone Vincenzo Paolo Bendinelli - Foto da Facebook © www.giornaledibrescia.it
Il dottor Paolo Oneda, dirigente di Chirurgia generale dell'ospedale di Manerbio, e il santone Vincenzo Paolo Bendinelli - Foto da Facebook © www.giornaledibrescia.it
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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Paolo Bendinelli, il fondatore del centro Olistico Anidra a Borzonasca (Genova), accusato di omicidio volontario insieme al medico bresciano Paolo Oneda per la morte di Roberta Repetto, causata dall'asportazione di un neo. L'uomo, difeso dall'avvocato Sandro Vaccaro, non ha risposto alle domande del gip. Il giudice ha convalidato l'arresto senza disporre misure alternative. Una strategia difensiva, quella scelta dal «santone» del tutto differente da quella del dottor Oneda, che al contrario ha reso dichiarazioni per oltre due ore, ribadendo la propria innocenza.

Secondo i carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova, la donna sarebbe stata operata nel 2018 su un tavolo da cucina del centro e il neo non sarebbe stato sottoposto a esame istologico. La Repetto sarebbe poi stata curata dal santone e dal medico chirurgo a base di tisane zuccherate e meditazione fino al giorno della sua morte, a ottobre 2020 a causa delle metastasi generate dall'intervento al neo.

L'inchiesta sulla morte si è incrociata con un'altra sul centro per violenza sessuale e circonvenzione di incapace. Secondo gli investigatori, molte giovani  donne con fragilità venivano mandate al centro dalla psicologa bresciana Paola Dora, anche lei indagata, e qui sarebbero state plagiate dal santone. Lui le avrebbe fatte lavorare per il centro ma avrebbe anche deciso con chi dovessero avere rapporti sessuali oltre ad averne lui stesso con le giovani, almeno una decina. Per le ragazze, però, sarebbero stati tutti rapporti consensuali.

Aggiornamento

La dott.ssa Paola Dora è stata assolta da ogni imputazione sia in primo che in secondo grado.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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