Italia e Estero

Maxi inchiesta a Bari, nei guai anche un bresciano

Nell'indagine della Dda pugliese 48 indagati, contestata l'associazione di stampo mafioso. Il bresciano ai domiciliari per truffa aggravata
  • Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
    Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
  • Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
    Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
  • Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
    Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
  • Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
    Truffe per i fondi europei per l'agricoltura, anche un bresciano nella maxioperazione
AA

Un 50enne bresciano è stato arrestato e si trova ai domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta della Procura di Bari che vede coinvolte 48 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche e concorrenza illecita con minaccia o violenza.

Il bresciano, mediatore nelle trattative per mezzi agricoli, è accusato di concorso in trufffa aggravata nei confronti dell’Europa. Avrebbe cambiato la data di una fattura per una macchina agricola di importo pari a 110mila euro, così da ottenere i fondi europei.

L'operazione, condotta dai Carabinieri del Ros coordinati dalla Dda della Procura barese, ha visto nel mirino degli inquirenti la batteria mafiosa dei Sinesi-Francavilla di Foggia. L'inchiesta ha anche accertato il coinvolgimento di alcuni funzionari della Regione Puglia e dell'Ufficio provinciale dell'Agricoltura di Foggia con «l'infiltrazione della società foggiana - ha spiegato Cafiero de Raho - nell'ambito delle erogazioni dei finanziamenti europei per l'agricoltura», accertando frodi per oltre 13,5 milioni di euro.

«Ancora una volta funzionari pubblici, quindi soggetti corrotti, anziché sviluppare quei compiti di controllo e vigilanza per i quali avrebbero dovuto ricoprire l'ufficio dell'ispettorato, hanno invece essi stessi dato sostegno per la consumazione delle frodi comunitari» ha sottolineato il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato