Mascherine, Arcuri indagato per peculato e abuso d'ufficio
Domenico Arcuri, interrogato sabato a Roma, risulta indagato per abuso d'ufficio e peculato nell'ambito dell'indagine che coinvolge, tra gli altri, gli imprenditori Mario Benotti, Andrea Vincenzo Tommasi ed Edisson Jorge San Andres Solis. L'ex capo della struttura commissariale venne iscritto anche per il reato di corruzione, fattispecie per la quale i pm capitolini, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, hanno sollecitato l'archiviazione.
Arcuri è stato sentito dai Pubblici ministeri Varone e Tucci della Procura di Roma. «È stato così possibile un confronto e un chiarimento che si auspicava da molto tempo con l'Autorità giudiziaria, rispetto alla quale sin dall'origine dell'indagine il dottor Arcuri ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo, al fine di far definitivamente luce su quanto accaduto», ha scritto l'ufficio stampa.
Il coinvolgimento di Arcuri nell’inchiesta era stato anticipato ad aprile dal quotidiano La Verità. L'indagine riguarda il caso delle mascherine cinesi. Per l'arrivo in Italia di una partita di mascherine senza certificazione, lo scorso 24 febbraio, era stato eseguito un arresto ed erano state disposte quattro misure interdittive. All’epoca l’ex commissario aveva comunicato di non avere notizia di quanto riportato dal giornale.
Su diposizione della Procura di Roma sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza oltre 800 milioni di mascherine provenienti dalla Cina risultate «non regolari». L'attività di sequestro è stata svolta presso, tra l'altro, presso la struttura commissariale nazionale e alcune di quelle regionali nell'ambito dell'inchiesta che vede indagati, tra gli altri, l'imprenditore Mario Benotti e l'ex Commissario per l'Emergenza, Domenico Arcuri. Per Benotti l'accusa è quella di frode nelle pubbliche forniture.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato