Maroni: «Da domani inizia la partita, voglio vincerla»
«Da domani comincia la partita, la giocheremo bene, senza gomitate, in modo leale e io voglio vincerla, ma sarà molto impegnativo». Così il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha commentato l'esito (ancora non definitivo stanti i problemi seguiti allo scrutinio del primo voto elettronico) del referendum per l'autonomia.
Ha riferito anche di aver avuto un «cordiale» colloquio col premier Paolo Gentiloni al riguardo: «Mi ha confermato il via libera al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione, con anche il coinvolgimento del ministero dell'Economia» su quella del coordinamento del sistema tributario.
«Oltre 3 milioni di lombardi hanno votato: 3.022.017. È un risultato oltre le mie aspettative» ha quindi sottolineato Maroni riferendosi al dato del 99,55 delle voting machine. Al momento della sua conferenza stampa ne mancavano ancora 122 su 24.336. «Il voto elettronico ha funzionato e lo affermo con certezza - ha sottolineato -. Lo proporremo per il futuro. Lo proporrò per le prossime elezioni a partire da quelle di primavera».
Sono state due le criticità riscontrate nel voto elettronico per il referendum della Lombardia e si sono «verificate dopo la chiusura dei seggi» ha sottolineato sempre Maroni. La prima, il fattore umano: alcuni presidenti di seggio hanno utilizzato lo stesso pin per più voting machine, bloccando la lettura delle chiavette usb; la seconda, in alcuni seggi si è cominciato a votare «in modalità test», ma le macchine hanno registrato i voti. «Tutti hanno votato in modo valido - ha precisato l'assessore delegato al voto elettronico, Gianni Fava - sono tutti voti buoni».
Archiviata la consultazione, ora si guarda alle prossime tappe dell'iter per fare della Lombardia quella che Maroni ha ribattezzato una "Regione speciale". La predisposizione di una proposta di risoluzione da parte del Consiglio regionale lombardo sarà il primo passaggio formale ai fini della trattativa che la Lombardia intende avviare con il Governo per ottenere maggiore autonomia. Proprio a Palazzo Pirelli già nella seduta di domani è prevista una prima discussione in Aula.
Un ulteriore approfondimento sulle mosse conseguenti al voto è previsto anche nella seduta successiva di martedì 31 ottobre. L'obiettivo è appunto predisporre una proposta di risoluzione che costituisca il primo passaggio formale ai fini della trattativa con il Governo.
Nelle parole di Maroni non è mancata una frecciata a chi sperava in un flop del referendum: «Non mi devo scusare con nessuno, semmai lo deve fare chi nei giorni del silenzio ha parlato a sproposito e invitato a non votare, il Pd si guardi in casa sua» la stoccata, cui è seguita la richiesta al Pd di «lasciare fuori dalla porta la politica» e iniziare a lavorare sui contenuti della trattativa col Governo.
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