Mare Jonio, Albini: «Situazione sempre più precaria»
«Devono sbarcare tutti». Poche parole, un concetto chiaro. Donatella Albini, ginecologa e consigliera comunale a Brescia, sta per scendere dalla Mare Jonio dove ha lavorato affiancata da un’infermiera per soccorrere e curare i migranti recuperati da un gommone alla deriva il 28 agosto scorso.
Delle 99 persone salvate inizialmente ne restano a bordo ancora 32, dopo che donne, minori e malati sono stati fatti sbarcare. L’imbarcazione della piattaforma Mediterranea Saving Humans resta al largo di Lampedusa, impossibilitata ad attraccare per il divieto firmato dal ministro Salvini con i colleghi Trenta e Toninelli, uno degli ultimi lasciti del governo gialloverde.
«Stanotte ha piovuto, nel container dove sono ospitati i naufraghi è arrivata molta acqua - racconta Albini -. Il morale è sempre più basso, li abbiamo rincuorati, ma i ricordi dolorosi alle spalle, la terra di fronte e il mare, sempre il mare grande e invalicabile, non aiutano. Questa sera sbarco, sperando che domani tocchi a tutti».
Albini descrive una situazione «sempre più precaria dal punto di vista psicologico», anche se non mancano i problemi sanitari tra chi è rimasto a bordo. «Ci sono persone che hanno urgente bisogno di accertamenti», prosegue. A bordo resta una psichiatra bresciana, Carla Ferrari Aggradi, mentre per Albini inizia il ritorno verso casa.
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