Italia e Estero

Mamma di bimbo disabile licenziata da Ikea, parla l'azienda

Marica Ricutti è una madre separata con due figli, di cui uno disabile, e non può cominciare a lavorare alle 7 come richiesto da Ikea
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Il rispetto dei valori, ma anche la responsabilità di ciascuno. Sono due concetti che Ikea Italia usa per spiegare il licenziamento di Marica Ricutti, la dipendente lasciata a casa in seguito a una decisione «difficile quanto necessaria, nel rispetto dei propri valori e alla luce dei fatti avvenuti» pur riaffermando «il proprio modo di lavorare che sostiene e sviluppa le proprie risorse interne».

«Ikea, pur avendo fatto il possibile per andare incontro alle richieste della lavoratrice, ha ritenuto non accettabili comportamenti che hanno compromesso la relazione di fiducia».

In una nota Ikea Italia ricorda che la signora Marica Ricutti negli anni ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità e «l'azienda si è sempre dimostrata disponibile a concordare le migliori soluzioni per contemperare le necessità della lavoratrice con le esigenze connesse al suo lavoro». Negli ultimi 8 mesi «la signora Ricutti ha lavorato meno di 7 giorni al mese e, per circa la metà dei giorni lavorati, ha usufruito di cambi di turno e spostamenti di orario, concordati con i colleghi e con la direzione del negozio. Nell'ultimo periodo, in più occasioni, la lavoratrice per sua stessa ammissione si è autodeterminata l'orario di lavoro senza alcun preavviso né comunicazione di sorta, mettendo in gravi difficoltà i servizi dell'area che coordinava e il lavoro dei colleghi, creando disagi ai clienti e disservizi evidenti e non tollerabili» ricostruisce Ikea.

Marica Ricutti, lo ricordiamo, è una madre separata con due figli, di cui uno disabile, e non può cominciare a lavorare alle 7 del mattino come richiesto da Ikea.
In solidarietà con la donna, Marica Ricutti, 39 anni, i colleghi di Corsico hanno scioperato per due ore e hanno deciso di organizzare un presidio per il 5 dicembre. La donna aveva accettato il cambiamento di reparto, chiedendo che il gruppo svedese le andasse incontro per gli orari. All'inizio Ikea avrebbe dato l'assenso ma poi l'atteggiamento sarebbe cambiato.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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