Maltrattamenti nella ginnastica, Emanuela Maccarani deferita dalla giustizia sportiva
Il primo tempo dell'inchiesta sui presunti maltrattamenti alle giovani atlete di ginnastica dell'accademia di Desio condotta dalla giustizia sportiva si è concluso con il deferimento dell'allenatrice delle «Farfalle» Emanuela Maccarani e dell'assistente Olga Tishina.
È quanto emerge in seguito all'avviso inviato oggi dalla Procura federale della Federginnastica alle due allenatrici, alle quali viene contestata la violazione dell'art. 2 del regolamento di Giustizia e Disciplina, in relazione all'art.7 del Codice Etico FGI e dell'art.2 del Codice di Comportamento Sportivo del Coni.
Nel primo caso a venir meno sarebbe stata una «condotta ispirata ai principi di lealtà, imparzialità integrità ed onestà, evitando atti e comportamenti caratterizzati da animosità o conflittualità, mantenendo rapporti improntati a fiducia e collaborazione, ispirati a correttezza trasparenza e reciproco rispetto». Nel secondo ci sarebbe stata una presunta violazione dei «principi di lealtà e correttezza in ogni funzione, prestazione o rapporto comunque riferibile all'attività sportiva». Accuse gravi e che mettono in discussione un sistema sportivo definito recentemente da Malagò un «fiore all'occhiello» in virtù dei recenti risultati come la quarantesima medaglia arrivata a Tokyo proprio dalle Farfalle, dirette dalla Maccarani, oggi l'allenatrice italiana più medagliata di sempre.
Le audizioni della Procura federale, iniziate lo scorso 30 ottobre all'Accademia Internazionale di Desio (attualmente commissariata) hanno però scoperchiato il vaso di pandora perché nel responso firmato con il sostituto della procura generale del Coni, Maccarani e Tishina sono accusate di aver adottato almeno fino al 2020 «metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l'insorgere di disturbi alimentari e psicologici». In particolare alla dt Maccarani e alla sua assistente vengono attribuite frasi rivolte alle atlete come «sembri un maialino», «la pancia cresce» oppure «come fai a guardarti allo specchio». Espressioni anche denunciate nelle settimane scorse da tante ex atlete passate da Desio.Ora, però, Maccarani e Tishina, con i rispettivi legali, avranno 20 giorni per presentare la loro linea difensiva o chiedere di essere ascoltate personalmente. Poi sarà il Tribunale federale a decidere l'assoluzione o la condanna che può prevedere dall'ammonizione all'ammenda, passando alla sospensione da quindici giorni a due anni fino alla radiazione.
Nel frattempo le due coach sono anche indagate dalla procura di Monza che lavora all'ipotesi di reato per maltrattamenti a persone affidate in custodia, ma ciò nonostante continueranno ad allenare all'accademia in assenza di una chiara condanna. A meno che, il 12 gennaio prossimo, il consiglio straordinario della FGI decida diversamente, perché all'ordine del giorno ci sarebbero anche i rinnovi di contratto di Maccarani e Tishina, scaduti lo scorso 31 dicembre. Perché è vero che il mandato delle allenatrici coincide con il quadriennio olimpico, ma i rinnovi contrattuali sono annuali. E qualora non venissero confermate si provvederà anche alla nomina delle sostitute, ma intanto a Desio dal 2 gennaio si è ripreso a lavorare (senza che alcun genitore abbia ritirato le ragazze iscritte) perché le Farfalle dopo aver mancato in Bulgaria l'accesso a Parigi 2024, si giocheranno gli ultimi posti ad agosto ai mondiali di Valencia.
Intanto, un protocollo «di intesa» per «coordinare» le rispettive «attività» nei procedimenti e scambiarsi le informazioni utili sui casi «di violenza contro la persona commessi da tesserati nell'ambito sportivo», sarà firmato mercoledì prossimo 11 gennaio dal procuratore di Milano Marcello Viola, dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal procuratore generale dello Sport, il prefetto Ugo Taucer.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato