Italia e Estero

Malta, mamma bresciana: «Notizie ufficiali o farò denuncia»

La figlia 16enne doveva tornare ieri dalla vacanza studio ma è in quarantena a Bugibba dove si è sviluppato un focolaio
La 16enne bresciana è confinata in una stanza del Topaz Hotel a Bugibba
La 16enne bresciana è confinata in una stanza del Topaz Hotel a Bugibba
AA

È pronta a rivolgersi alla Questura di Brescia per sporgere denuncia. «Mia figlia doveva tornare domenica sera (ieri, ndr) dalla sua vacanza studio ma, invece di atterrare ad Orio al Serio, è bloccata in una stanza d’albergo sull’isola. Perché? Per quanto tempo?». A parlare è la mamma di Desirée, 16enne costretta ad una quarantena forzata al Topaz Hotel di Bugibba a Malta. È bloccata sull’isola insieme ad un centinaio di giovanissimi italiani, dopo che alcuni di loro sono risultati positivi al Covid.

«Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale - specifica la mamma - dalle autorità locali o dalla Farnesina, tantomeno dalla scuola d’inglese. Non uno straccio di mail che spieghi ai genitori perché i loro figli sono bloccati in un Paese straniero. Vi sembra normale? Questa situazione non è legale e lunedì, se non avrò le risposte che chiedo dai responsabili dell’agenzia che ha organizzato la vacanza studio, mi rivolgerò alle forze dell’ordine. Fino ad ora non hanno dato riscontro ai miei messaggi, perché la scuola è chiusa nel fine settimana, ma adesso pretendo delle risposte. In caso contrario andrò direttamente in Questura e spero lo facciano anche le altre famiglie».

A partire da domenica sera, data prevista per il ritorno a casa dei ragazzi, «si è conclusa la responsabilità della scuola nei confronti di mia figlia e degli altri studenti, tutti minorenni fra i 13 e i 16 anni. Mi domando chi sia ora a prendersi cura di loro. E non parlo dei volontari che hanno cambiato la biancheria e si stanno occupando di lavare i vestiti; e nemmeno della gara di solidarietà che ha investito i ristoratori italiani a Malta per garantire finalmente pasti caldi a questi ragazzi». «Si tratta di iniziative lodevoli e che certamente danno un po’ di sollievo - aggiunge la mamma della ragazzina bresciana -, ma il problema non sono tanto i disagi connessi ai pasti saltati e alla biancheria sporca, che comunque ci sono stati. Questi adolescenti sono soli, chiusi dentro una stanza, sparpagliati fra hotel diversi e lasciati ad autogestirsi sulla base della loro coscienza. Sono giovani, lontani da casa e dai loro genitori. Riuscite ad immaginare la nostra preoccupazione?».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato