Macron riprende le consultazioni con la gauche
PARIGI, 09 DIC - Riprendono gli incontri di Emmanuel Macron con i leader dei partiti in vista della formazione, fra oggi e domani, del nuovo governo. In pole position per la poltrona di premier, sempre il centrista François Bayrou, sul quale c'è stata però una levata di scudi della sinistra. Sia i socialisti, che pure hanno aperto ai negoziati con Emmanuel Macron sul nuovo governo, sia gli ecologisti guidati da Marine Tondelier, respingono l'ipotesi della nomina di Bayrou, ricordando che il centrista "non ha vinto le legislative" ed è un personaggio che incarna la "continuità politica" di Emmanuel Macron. Contrario per analoghi motivi anche Raphael Glucksmann, che milita nel Partito socialista con il suo movimento "Place Publique". "Se posso dare una mano per tirare fuori il paese da questa situazione, lo farò", ha dichiarato ieri sera Bayrou, leader del MoDem, partito che sostiene la maggioranza governativa. E' stata la leader dei Verdi, Marine Tondelier, a dichiarare stamattina su RTL che Bayrou non ha vinto le elezioni e che se si deve "fare una politica che si avvicina a quella che ha vinto le elezioni", allora "tanto vale nominare premier chi ha vinto le elezioni". Alle legislative di inizio luglio convocate da Macron dopo lo scioglimento del Parlamento, il Nuovo Fronte Popolare (Verdi, Socialisti, Comunisti e France Insoumise) erano arrivati in testa, pur lontani dalla maggioranza assoluta. Il socialista Boris Vallaud ha tagliato corto: "Se non ci sarà un primo ministro di sinistra, noi non parteciperemo al governo", ha detto a France Inter. Ne consegue che se il premier "verrà dal blocco di centro o dalla destra, non ci saranno ministri socialisti", ha precisato. Quanto meno, ha aggiunto su France 2 Glucksmann, "serve una personalità che sia compatibile con la sinistra", aprendo però all'ipotesi di un premier che arrivi "dalla società civile", e citando espressamente l'ex leader del sindacato CFDT Laurent Berger. Glucksmann ha detto di sperare che si vada anche "più in là del Partito socialista", coinvolgendo nel governo "anche i comunisti e gli ecologisti".
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