L'Unione europea condanna l'attacco turco contro i curdi in Siria
«L'Ue condanna l'azione militare della Turchia che mina seriamente la stabilità e la sicurezza di tutta la regione».
Così si legge nel testo di conclusioni del Consiglio esteri dell'Unione europea sull'offensiva militare di Ankara nel nord est della Siria, in cui si sancisce anche «l'impegno degli Stati a posizioni nazionali forti rispetto alla politica di export delle armi».
Nel documento si richiede inoltre un «incontro ministeriale della Coalizione internazionale contro Daesh».
A cinque giorni dall’inizio dell'attacco turco contro i curdi nel nord della Siria, arriva dunque la condanna ufficiale da parte dell’Ue. Il Consiglio esteri ha indicato anche che l'attacco turco «rende molto più difficili le prospettive del processo politico guidato dalle Nazioni Unite per raggiungere la pace in Siria. Inoltre mina significativamente i progressi compiuti finora dalla coalizione globale per sconfiggere l'Isis, sottolineando che quest'ultimo resti una minaccia alla sicurezza europea e alla sicurezza turca, regionale e internazionale».
L'Unione europea «rimane impegnata per l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale dello stato siriano. Ciò può essere garantito solo attraverso un'autentica transizione politica in linea con la risoluzione 2254 del consiglio di sicurezza delle nazioni unite e il comunicato di Ginevra del 2012, negoziato dai partiti siriani nell'ambito del processo di ginevra guidato dalle nazioni unite».
Nel documento stilato dai ministri degli esteri si afferma poi che «la Turchia è un partner chiave dell'Unione europea e un attore di fondamentale importanza nella crisi siriana e nella regione. Le preoccupazioni di sicurezza della Turchia nella Siria nord-orientale dovrebbero essere affrontate con mezzi politici e diplomatici, non con azioni militari e in conformità con il diritto internazionale umanitario».
Infine, la Ue indica che «non fornirà assistenza per la stabilizzazione o lo sviluppo in aree in cui i diritti delle popolazioni locali vengono ignorati o violati». Quest'ultima frase allude alla possibile ritorsione finanziaria contro Ankara. Il tema dei migranti accolti dalla Turchia e che ora il leader turco Erdogan minaccia di trasferire nella Ue non viene evocato.
Dal Consiglio non è però emersa una posizione comune sullo stop delle esportazioni di armi alla Turchia. Infatti, i ministri degli esteri si limitano a «ricordare la decisione presa da alcuni stati membri di interrompere immediatamente le loro politiche di esportazioni di armi alla Turchia» e che il gruppo del Consiglio ad hoc «si riunirà in settimana per coordinare la posizione degli stati su questo».
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