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L'ovest del Canada brucia: in corso 177 incendi boschivi

Al caldo record di questi giorni si sono aggiunte le tempeste di fuoco. Sono probabilmente almeno 500 le persone morte per le alte temperature
Un'immagine dal satellite della Nasa mostra i roghi in corso da giorni nei boschi del Canada occidentale - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Un'immagine dal satellite della Nasa mostra i roghi in corso da giorni nei boschi del Canada occidentale - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Il caldo record che da giorni sta intrappolando il Canada dell'ovest non concede tregua. Il paese è in ginocchio e probabilmente sono già morte 500 persone per le temperature che hanno sfiorato i 50 gradi

Ad aggravare la situazione ci sono anche 177 grandi incendi boschivi in British Columbia, la provincia canadese più colpita, scatenati da una tempesta di fuoco di decine di migliaia di fulmini secchi. Uno dei roghi ha già divorato in 15 minuti il villaggio di Lytton, a nordest di Vancouver, dove martedì erano stati registrati 49,6 gradi, una temperatura mai vista in Canada. I 250 abitanti sono stati costretti a evacuare. Si temono due vittime ma i medici legali non possono accedere ad un'area considerata ancora a rischio.

In altre zone a ovest si cominciano a chiudere importanti via di comunicazione per motivi di sicurezza. Il governo federale ha promesso mezzi e risorse, in particolare aerei ed elicotteri, ma le fiamme per ora continuano ad avere la meglio. «Interverremo nella zona - ha garantito il premier Justin Trudeau - per portare il nostro aiuto e aiutare nella ricostruzione». In accordo con i ministri canadesi dell'Incident Response Group, è stato istituito un centro operativo a Edmonton, nel Canada occidentale, per fornire supporto in tutta la regione.

Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e probabilmente è destinato a crescere, avvisano le autorità. La capo medico legale della British Columbia Lisa Lapointe ha riferito che nella provincia si contano già 719 morti improvvise e inaspettate nell'ultima settimana: una cifra senza precedenti, tre volte superiore alla media di decessi in questo periodo, che si aggira sui 230. Le vittime legate al caldo estremo sarebbero quindi quasi 500. Si tratta in gran parte di anziani, che vivono soli in case private con una ventilazione minima, o di persone con condizioni di salute fragili. Va tenuto conto che molte abitazioni non hanno l'aria condizionata, dato che le temperature sono normalmente molto più basse durante i mesi estivi di almeno 20-30 gradi. Il risultato è che gli hotel, dotati invece di impianti di condizionamento, sono tutti sold out e i canadesi da giorni stanno affollando i centri di emergenza allestiti per offrire refrigerio. 

In questa provincia molti residenti hanno dovuto attendere per ore le ambulanze, mentre i centri di emergenza sono stati attivati solo dopo che l'ondata di «afa killer» era già arrivata. La cupola termica di alta pressione che intrappola il caldo si estende dai territori artici sino alla West coast americana, dallo Stato di Washington all'Oregon sino alla California. Anche qui la prolungata siccità aumenta il rischio di incendi forestali catastrofici. Tanto da indurre le autorità a vietare o cancellare in molte località i fuochi d'artificio in occasione della festa dell'Indipendenza del 4 luglio per il timore di scatenare roghi pericolosi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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