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Lombardia zona rossa per errore, si apre il fronte risarcimenti

Confcommercio chiede che chi ha sbagliato paghi. I sindaci di Bergamo e Varese ipotizzano una class action
Un negozio chiuso a Brescia per via della zona rossa - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Un negozio chiuso a Brescia per via della zona rossa - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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«Un errore che è costato alle imprese lombarde almeno 600 milioni di euro, ed è una stima prudenziale: a questo punto, ci aspettiamo che si faccia chiarezza al più presto su chi ha sbagliato, e che le imprese vengano risarcite».

Così Confcommercio Lombardia commenta il ritorno della regione in zona arancione dopo una settimana di zona rossa che ha costretto alla chiusura forzata migliaia di imprese. Come è emerso, a determinare l'inserimento nella fascia di rischio più alta sono stati dati sbagliati che sovrastimavano i positivi al coronavirus in Lombardia. È stata poi la stessa regione a rettificare i numeri inviati a Roma. 
 
«Non ci interessano le polemiche politiche - prosegue la nota di Confcommercio -. Noi evidenziamo la realtà dei fatti: decine di migliaia di imprese hanno subito un ulteriore stop che, per quanto riguarda l'abbigliamento, è bene ricordarlo, è arrivato nel pieno della stagione dei saldi. Ma non c'è solo la moda, parliamo di un blocco forzato per tanti comparti, dai negozi di arredamento ai mercati non alimentari, agli estetisti, solo per citarne alcuni».

«È evidente che se c'è stato un errore da parte di qualcuno, è giusto che venga posto di fronte alle proprie responsabilità. Non si scherza sulla pelle delle imprese. Non è possibile sbagliare in modo così grave su numeri che incidono su un sistema economico già colpito da tre lockdown» conclude Confcommercio Lombardia.

Sull’ipotesi di una richiesta di risacimento è intervenuto anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. «Se davvero in Lombardia sin dal 12 ottobre si sono erroneamente conteggiati i guariti tra i positivi, alzando così l'Rt e provocando restrizioni maggiori di quelle necessarie, credo che le categorie penalizzate potrebbero avviare una class action per il risarcimento del danno», ha scritto Gori su Twitter.

Una posizione condivisa anche dal sindaco di Varese, Davide Galimberti. «Penso che una prima azione concreta possa essere una class action per tutelare e risarcire aziende, commercianti, famiglie e studenti che hanno subito ulteriori danni da questa confusione tra zona rossa che invece doveva essere arancione», scrive il primo cittadino su Facebook, annunciando che sosterrà «in prima linea» una «iniziativa contro i responsabili di questo errore (...) dopo averne parlato con tutte le associazioni di categoria e dei consumatori. 

 

 

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