Libia, rapiti quattro tecnici italiani
Quattro italiani dipendenti della società di costruzioni parmense Bonatti sono stati rapiti in Libia nei pressi dell’impianto della «Mellitah Oil & Gas», a ovest di Tripoli, quasi al confine con la Tunisia. Il sequestro è avvenuto domenica, mentre il gruppo dalla Tunisia rientrava in Libia ed era diretto verso l’impianto petrolifero e gasiero che esporta anche verso l’Italia.
Per ora non c’è stata alcuna rivendicazione. La procura di Roma ha già aperto un’inchiesta. E dunque il caos e il vuoto di potere nel Paese - dove da mesi si contrappongono due governi rivali, il Congresso nazionale di Tripoli e il governo di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale - tornano a investire prepotentemente l’Italia.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha garantito tutto l’impegno del governo e dell’intelligence. Ma non ha nascosto che «è sempre difficile dopo poche ore capire la natura, i responsabili» di un rapimento. «È una zona in cui ci sono anche precedenti. Al momento ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e concentrarci sul lavoro per ottenerne altre sul terreno,» ha aggiunto, sottolineando che il governo «è impegnato per cercare di trovare» i sequestrati.
Il titolare della Farnesina trova però nella notizia del sequestro «la conferma del fatto che è pericoloso restare in quel paese». Questo, ha aggiunto, «non diminuisce in nulla l’assoluto impegno dello Stato di soccorrere questi nostri quattro connazionali».
Secondo al Jazeera, i quattro sono stati sequestrati da elementi vicini al cosiddetto «Jeish al Qabail» (L’esercito delle Tribù), le milizie tribali della zona ostili a quelle di «Alba della Libia» (Fajr) di Tripoli, in un’area - il villaggio di al Tawileh, vicino Mellitah - che fino a poco tempo fa era teatro di scontri e che solo di recente si è calmata dopo la tregua sottoscritta dalle milizie tribali e da quelle di Alba della Libia. I quattro sarebbero poi stati trasferiti verso sud.
Domani Gentiloni riceverà l’inviato speciale dell’Onu, Bernardino Leon. Arrivando alla riunione, l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini, ha detto che l’Ue «continua a sostenere la formazione di un governo di unità nazionale nella speranza che possa accadere presto e, in particolare, che la fazione di Tripoli vi si unisca rapidamente». Sulla stessa lunghezza d’onda Gentiloni, che ha auspicato una stabilizzazione in tempi rapidi: «Sappiamo che che sono stati fatti in avanti, ci auguriamo che anche componenti di Tripoli si uniscano all’accordo che è stato raggiunto».
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