Libano: cambio al comando del contingente italiano di Unifil
ROMA, 02 FEB - La brigata "Sassari" ha ceduto il comando dell'operazione "Leonte" alla brigata "Pozzuolo del Friuli" nell'ambito della missione Unifil, la forza delle Nazioni Unite schierata nel sud del Libano. Il passaggio di consegne tra il comandante della "Sassari", generale Stefano Messina, e il comandante della "Pozzuolo del Friuli", generale Nicola Mandolesi, si è svolto oggi presso la base "Millevoi" di Shama, durante una cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di Unifil, il tenente generale spagnolo Aroldo Lázaro Sáenz. Alla cerimonia hanno partecipato anche l'ambasciatore d'Italia in Libano, Fabrizio Marcelli, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, e autorità civili e militari libanesi. Portolano, dopo aver portato il saluto del ministro della Difesa Guido Crosetto, ha rimarcato che dall'inizio dell'operazione italiana "Leonte" nel 2006, circa 29.000 militari italiani hanno operato in Libano. Nel rivolgersi agli uomini e alle donne del settore Ovest di Unifil Portolano ha espresso "profonda gratitudine e riconoscenza per i risultati ottenuti sul campo e ha sottolineato, con orgoglio, che la grande professionalità, il profondo equilibrio e l'assoluta imparzialità tra le parti, uniti alla sensibilità nei confronti della popolazione mostrati sempre anche nei momenti più difficili, sono la carta d'identità delle Forze Armate italiane, riconosciute e apprezzate da tutti fra i migliori ambasciatori dell'Italia". Il generale Lázaro ha espresso sentimenti di profonda stima e ammirazione nei confronti del contingente italiano: "In questi sei mesi avete affrontato numerose sfide e rischi con una dedizione incrollabile. Grazie all'adozione di misure preventive e a un costante impegno per la sicurezza e la protezione del personale e delle basi Onu, avete garantito il successo della missione Unifil. In un contesto in continua evoluzione, avete dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, riflettendo un alto livello di professionalità in ogni fase della missione. Grazie ai vostri sforzi, la missione è stata portata a termine, lasciando un impatto duraturo sulla pace e sulla stabilità nel sud del Libano". Il generale Messina ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida brigata "Sassari", segnato dall'offensiva lanciata a fine agosto dalle forze di difesa israeliane per prevenire attacchi da parte delle milizie di Hezbollah, dal conflitto su larga scala che ha minacciato la stabilità dell'intera regione e dal cessate il fuoco entrato in vigore a fine novembre, per consentire ai civili di entrambi i lati della "blue line" di tornare in sicurezza alle proprie terre e case: "Durante questo difficile periodo i caschi blu italiani e del settore Ovest di Unifil sono rimasti saldi nelle loro posizioni, mostrando incrollabile dedizione e una ferrea volontà di rispettare il mandato della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Tutti insieme abbiamo affrontato le conseguenze degli attacchi diretti alle nostre basi, che hanno provocato il ferimento di numerosi peacekeepers. Ma non ci siamo mai tirati indietro. La nostra risposta è stata ferma e inequivocabile, sempre guidata dal principio fondamentale di operare con imparzialità e trasparenza, nel pieno rispetto del mandato affidatoci dalla comunità internazionale. La nostra missione non è mai stata quella di scegliere da che parte stare, ma di essere una forza di pace al servizio della stabilità del Libano." Messina ha anche ricordato l'impegno continuo del contingente italiano nel monitoraggio del cessate il fuoco, nella cooperazione con le forze armate libanesi per garantire la sicurezza e la stabilità dell'area e nel supporto alla popolazione locale, con interventi mirati di cooperazione civile-militare, specialmente a favore degli sfollati delle zone di confine del Libano meridionale: "Nonostante il fragore della guerra - ha concluso Messina - la bandiera delle Nazioni Unite ha continuato a sventolare con orgoglio e determinazione, simbolo di speranza per tutti coloro che credono che la pace in Libano sia sempre possibile." La "Pozzuolo del Friuli", alla sua settima missione in Libano sotto i colori Onu, ha assunto ufficialmente il comando del settore Ovest di Unifil, dove operano 3.800 caschi blu provenienti da 17 dei 48 paesi contributori alla missione. Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, di cui 700 appartenenti alla "Pozzuolo del Friuli".
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