L'FBI ha diffuso un documento finora secretato sull'11 settembre
L’FBI, l’agenzia investigativa della polizia federale degli Stati Uniti, ha diffuso un documento finora coperto dal segreto di Stato sugli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001. È il primo di una serie a essere pubblicato dopo che a inizio settembre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva firmato un ordine esecutivo che imponeva la desecretazione dei rapporti dell’FBI sulle indagini, in occasione dei 20 anni dagli attentati.
Il documento, che risale al 2016, fornisce una serie di dettagli sulle indagini dell'Fbi attorno al presunto supporto logistico che un funzionario consolare saudita e un sospetto agente dell'intelligence saudita a Los Angeles avrebbero fornito ad almeno due degli uomini che hanno dirottato gli aerei responsabili degli attentati alle Torri Gemelle. Il file, oscurato in diversi punti, descrive numerose connessioni e testimonianze che hanno spinto l'FBI a sospettare di Omar al-Bayoumi, ufficialmente uno studente arabo a Los Angeles, ma che l'FBI sospettava essere un agente dell'intelligence saudita che avrebbe poi fornito «assistenza di viaggio, alloggio e finanziamenti» per aiutare i due dirottatori.
Mercoledì l'ambasciata saudita a Washington aveva dichiarato di «accogliere con favore il rilascio» dei documenti dell'FBI ma che «qualsiasi accusa contro l'Arabia Saudita di complicità negli attacchi dell'11 settembre sarebbe categoricamente falsa». Secondo quanto riportato dal New York Times, in fondo al documento non ci sono prove definitive sul ruolo giocato dal governo saudita.
L'ordine esecutivo di Biden è giunto dopo che più di 1.600 persone, feriti o familiari di vittime degli attacchi, gli hanno scritto una lettera chiedendogli di astenersi dall'andare a Ground Zero a New York per celebrare il ventesimo anniversario a meno che non avesse pubblicato le informazioni sul ruolo dell'Arabia Saudita.
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