L'Europa apre le frontiere al mondo il primo luglio
La paura che in Europa la crisi economica causata dalla pandemia di coronavirus possa avere conseguenze più devastanti di quella sanitaria, che ha lasciato sul campo oltre 400.000 persone, alla fine ha prevalso. Dal primo luglio l'Unione europea riapre le frontiere esterne nella speranza di dare respiro a tutti i settori rimasti strangolati dalle misure di lockdown e contenere gli effetti di quella che sarà, secondo le previsioni dell'Ocse, la peggior crisi degli ultimi 100 anni, guerre escluse.
Sul fronte interno all'Unione continuano intanto le graduali riaperture dei confini e l'Austria annuncia lo sblocco della frontiera con l'Italia dal 16 giugno anche se mantiene un invito alla cautela sui viaggi in Lombardia. Tra forti timori di una seconda ondata del virus e Paesi extra-europei che sono ancora nel pieno dell'emergenza Covid-19, l'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Josep Borrell, ha rotto gli indugi dichiarando che la Commissione raccomanda «una revoca graduale e parziale» delle frontiere esterne a partire «dal primo di luglio». In questo senso nelle prossime ore presenterà «una raccomandazione per un approccio comune e coordinato».
Il piano della Commissione suggerirà agli Stati membri di seguire una serie di criteri, come ad esempio quello epidemiologico, le condizioni del sistema sanitario, e le misure di prevenzione messe in atto. La decisione finale sui confini spetterà comunque ad ogni singolo Stato e saranno inevitabili ripartenze differenziate. Anche perché alcuni Paesi hanno più fretta di altri di rimettere in moto il turismo.
La Grecia ad esempio, la cui economia dipende quasi esclusivamente da quel settore, ha già inserito Paesi non europei - Australia, Corea del Sud e Cina - nella lista di quelli ai quali riaprirà le sue porte dal 15 giugno. La Germania probabilmente seguirà la raccomandazione della Commissione Ue ma per contro ha già annunciato che l'allerta ai tedeschi sui viaggi fuori dall'Europa resterà in vigore fino al 31 agosto. L'Italia affronterà il nodo delle riaperture extra-Ue nel prossimo dpcm ma non si prevedono balzi in avanti. Per il ministro della Salute Roberto Speranza, infatti, non ci sono le garanzie per un via libera già dal 15 giugno. Per quanto riguarda Schengen, invece, il capo della diplomazia europea ha spiegato che il quadro delle riaperture sarà completo «entro giugno». Berlino ha comunicato che dal 16 giugno non saranno più effettuati controlli dei cittadini Ue ai confini ad eccezione con la Spagna per la quale, «per una questione di reciprocità», rimarranno validi fino al 21 giugno. Il 13 giugno sarà la volta delle frontiere della Polonia, che tre giorni dopo farà ripartire anche i voli internazionali, nonostante i polacchi non siano ancora benvenuti in Austria, Slovacchia, Slovenia e Repubblica ceca. Da martedì prossimo anche l'Austria riaprirà a 31 Paesi europei, Italia inclusa. Il ministro della Salute austriaco, Rudolf Anschober, si è complimentato con il nostro Paese per il lavoro svolto contro il coronavirus ma ha precisato che i viaggi in Lombardia continuano ad essere sconsigliati almeno per altre 2-4 settimane, in attesa di vedere i nuovi dati sul contagio nella regione del nord. La decisione di Vienna è stata apprezzata dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che in questi giorni aveva avuto un colloquio telefonico sul tema con il ministro degli Esteri Alexander Schallenberg. Una scelta «di buon senso», ha sottolineato il titolare della Farnesina che ha invitato il collega austriaco a visitare l'Italia. Dalla lista di Vienna restano ancora escluse Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Svezia.
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