Le tracce di Anis Amri dall'Italia a Berlino, tra blitz e arresti
C’è un legame tra Anis Amri, il tunisino ricercato in Germania per la strage di Berlino, e l’Italia, ma è legato al periodo in cui il giovane è stato nel nostro Paese, peraltro per la gran parte da detenuto in carcere. Poi niente più, stando alle prime risultanze delle indagini che sono subito state avviate dagli investigatori italiani. E nelle banche dati in uso alle polizie europee, e non solo, tutti gli elementi riconducibili a questa presenza in Italia erano stati inseriti dalle autorità nazionali.
Il giovane ha lasciato l’Italia con ogni probabilità lo scorso anno. Vi arrivò nel 2011, all’epoca della "primavera araba", dopo una traversata in barcone dalla Tunisia insieme a migliaia di altri migranti, cui seguì la permanenza al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Catania dove si rese responsabile di più reati: dal danneggiamento per aver
provocato un incendio, alle lesioni e al furto di un telefonino. Reati per i quali ha poi subito le relative condanne con pena complessiva a 4 anni di reclusione scontati nel carcere di Palermo.
Una volta tornato libero, nei suoi confronti è scattato un provvedimento di espulsione da parte del Questore di Catania, provvedimento che però non viene eseguito perchè dall’altra parte del Mediterraneo la procedura che spettava alle autorità tunisine non è stata fatta nei tempi previsti per legge; a seguire, una "intimazione" a lasciare l’Italia. Poi di lui - riferiscono in serata fonti investigative - si hanno tracce nel 2015 a Caltanissetta, dove si sarebbe reso responsabile di lesioni ai danni di una persona. Dopo di che è sparito nel nulla, ovvero è andato in Germania, dove ora - almeno stando ai documenti trovati dalla polizia tedesca nel camion killer - è ritenuto il presunto responsabile della strage di Berlino. L’esistenza in una banca dati di tutti gli elementi relativi alla presenza in Italia e al comportamento violento, tenuto anche in carcere, significa che per più d’uno Anis Amri non era uno sconosciuto.
Intanto, nella serata di ieri unità speciali della polizia (Sek) di Berlino hanno fatto irruzione contemporaneamente in due appartamenti nella capitale, di cui uno nel quartiere di Kreuzberg. Nelle operazioni è stato preso «un uomo», ma non si tratta del ricercato tunisino per la strage del mercato di Natale Anis Amri. L'uomo, ha detto alla Welt un «funzionario di alto livello» «sembra essersi dileguato».
E sempre del quadro delle attività anti-terrorismo scattate in Germania dopo l'attentato, la polizia tedesca ha perquisito il centro profughi a Emmerich sul Reno, in Nord Reno-Vestfalia al confine con l'Olanda. L'operazione si è svolta nelle prime ore del mattino ed è durata un'ora. In azione 100 agenti, tra cui alcuni delle unità speciali. Ci sarebbero anche 4 arresti secondo quanto riportato dai media di Berlino.
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