Le tensioni tra Lega e Cinque Stelle sul condono fiscale

Lega-M5S ai ferri corti sul decreto fiscale, malgrado i propositi di intesa. Salvini attacca: «Se c'era qualcosa che non andava, non c'era bisogno di questo can can: si alzava il telefono, Conte o Di Maio, e si cambiava tutto. Io ho pazienza, ma per scemo non passo. La verità è agli atti: a Palazzo Chigi ci sono quelle 4 paginette, con le annotazioni di Conte e il verbale di Di Maio».
Il riferimento è all'accusa del leader Cinque Stelle, che ha parlato di una manina che ha modificato i contenuti della manovra per quanto riguarda il condono fiscale. Una ricostruzione rigettata dai leghisti, che hanno spiegato come i Cinque Stelle avessero visto il testo incriminato, con criteri più permissivi per aderire al condono, senza opporsi.
Tensione anche sul decretro sicurezza: «80 emendamenti M5s non vanno bene», dice Salvini. Da Moscovici l'ultimo avvertimento dell'Ue: «Dialogare è fondamentale, non abbiamo interesse a ulteriori tensioni, la palla è nel campo dell'Italia che ci risponderà entro lunedì. In pgni caso, non c'è rischio contagio».
Nel frattempo scende a 316 lo spread, Piazza Affari passa in leggero rialzo a +0,1%.
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