Le prossime tappe per la formazione del nuovo governo
Manca ancora qualche giorno alla formazione del governo che darà il via alla XIX legislatura. Dopo le elezioni dei presidenti di Camera e Senato dei giorni scorsi - rispettivamente Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia e Lorenzo Fontana della Lega - sono in programma diverse tappe che porteranno il nuovo governo a chiedere la fiducia delle Camere.
Nella giornata di ieri i deputati e i senatori eletti hanno dovuto comunicare al segretario generale di Montecitorio e di palazzo Madama a quale gruppo parlamentare intendono iscriversi. I deputati e i senatori che non indicano il gruppo al quale intende iscriversi entrano automaticamente nel gruppo misto.
Oggi invece si uniranno le assemblee di Camera e Senato per procedere all’elezione dei presidenti o capigruppo di ogni gruppo parlamentare. Successivamente saranno eletti anche i vicepresidenti e i questori, rispettivamente per Camera e Senato.
Le consultazioni per il nuovo presidente del Consiglio
La settimana politica entra nel vivo giovedì, quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe avviare le consultazioni per individuare il prossimo presidente del Consiglio, che attualmente dovrebbe essere Giorgia Meloni. Le delegazioni dei vari partiti verranno ricevute da Mattarella alla Vetrata, nello studio del presidente al Quirinale.
I primi ad essere ricevuti saranno gli ex presidenti della Repubblica - i due presidenti appena eletti dalle Camere e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento - solitamente i capigruppo e i leader dei partiti. Le coalizioni possono anche presentarsi in un’unica delegazione.
Vista la nettezza del risultato delle elezioni - il centrodestra detiene la maggioranza assoluta in entrambe le Camere - le consultazioni potrebbero durare al massimo un giorno e mezzo. Tra la sera di venerdì 21 e sabato 22 ottobre Giorgia Meloni potrebbe quindi ricevere l’incarico di formare il nuovo governo. La prassi viene poi dettata dall’art. 92 della Costituzione: «Il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri».
Le consultazioni per il nuovo governo
Una volta nominato, il presidente del Consiglio accetta l’incarico con riserva e a sua volta conduce le proprie consultazioni per individuare i partiti disposti a sostenere il proprio esecutivo. In poche parole, verifica l’esistenza di una maggioranza.
A quel punto si delinea un programma (al potere esecutivo spetta di decidere l’indirizzo politico) e si comincia a stilare una lista dei ministri. Di solito queste consultazioni si concludono nel giro di due giorni, ma anche questo dipende dalla nettezza del risultato e da eventuali dissidi politici presenti nei partiti.
Una volta terminate le consultazioni con esito positivo, il neoeletto presidente del Consiglio torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato ufficialmente presidente del Consiglio. All’uscita dello studio del capo dello Stato il premier legge ad alta voce la lista dei ministri del suo esecutivo.
Il giuramento e la campanella
Dopo poche ore dallo scioglimento della riserva, il presidente del Consiglio dei ministri e suoi ministri giurano al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica. Senza contare eventuali intoppi politici, il governo potrebbe giurare negli ultimi giorni di ottobre.
Successivamente il premier si recherà a Palazzo Chigi, dove sarà accolto dal presidente del Consiglio uscente, in questo caso Mario Draghi. Nel salone delle Galere si avrà la cerimonia della campanella, che segnerà il passaggio di consegne da premier uscente a premier entrante. Il trillo della campanella darà inizio alla riunione del nuovo Consiglio dei ministri.
Prima riunione del Consiglio dei ministri
Il nuovo premier presiede la prima seduta del Consiglio dei ministri, durante il quale si nominerà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con funzioni di segretario del Consiglio dei ministri, e si assegneranno le deleghe ai ministri senza portafoglio, cioè coloro che non appartengono ad alcun ministero, ma svolgono funzioni delegate dal presidente del Consiglio.
Da questo momento il governo entra ufficialmente in carica e può cominciare a svolgere appieno le proprie funzioni, come l’emanazione di decreti legge e disegni di legge.
La fiducia
Un esecutivo per esistere deve avere la fiducia da parte di entrambe le Camere che formano il Parlamento. Dopo il giuramento il premier si prende infatti un paio di giorni per scrivere il discorso programmatico con il quale si presenta alle Camere per chiedere la fiducia. Questo passaggio deve avvenire entro dieci giorni dall’incarico.
Il premier dovrebbe parlare prima a Montecitorio alla Camera dei deputati. Per ottenere la fiducia sono necessari ora 201 sì alla Camera e 104 sì al Senato. Il governo comunque diventa ufficialmente operativo già prima della fiducia.
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