L'attentato terroristico di New York
Ha lasciato un bigliettino vicino al mezzo usato per l'attacco, nel quale ha scritto che agiva per l'Isis, il killer che ieri ha fatto tornare il terrore a poche decine di metri dal World Trade Center a New York, il Ground Zero dell'11 settembre.
Alle tre del pomeriggio di ieri un furgone è piombato su una delle più affollate piste ciclabili di Manhattan facendo una strage: almeno otto morti e una quindicina di feriti, ma il bilancio potrebbe salire ancora. Tra le vittime ci sono cinque argentini e un uomo di origine belga.
L'aggressore è un 29enne di nome Sayfullo Habibullaevic Saipov, di origini uzbeke: vive nel New Jersey e sarebbe negli Stati Uniti dal 2010. È stato neutralizzato dalla polizia un chilometro dopo la strage, mentre gridava «Allahu Akhbar». Nessun collegamento diretto con l’Isis è però per ora emerso: le indagini continuano in attesa di sentire proprio l'aggressore, ricoverato in ospedale dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico.
Per il presidente Usa Donald Trump, che ha immediatamente twittato, è stato «un altro attacco da parte di una persone malata e folle». L'attacco, il peggiore a New York dall'11 settembre, riaccende il dibattito sull'immigrazione negli Stati Uniti. E il presidente annuncia: «Ho ordinato al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale un rafforzamento dei controlli su chi entra nel paese». L'Uzbekistan, paese, da cui proveniva Saipov, non è incluso nel bando agli arrivi dalle nazioni a maggioranza musulmana di Trump». Il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha detto che si è trattato di «un atto terroristico particolarmente codardo».
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