L'America è scioccata dai fatti di Chicago e Indianapolis
Chicago è sotto shock. Ma l'intera America è scioccata, impotente di fronte alle immagini di un ragazzino disarmato, con le mani alzate e lo sguardo impaurito che viene centrato in pieno petto dall'agente che lo inseguiva. Adam Toledo aveva solo 13 anni e ora, grazie alla diffusione del video ripreso dalla bodycam del poliziotto, è possibile ricostruire gli ultimi istanti della sua vita.
Una tragedia avvenuta nella notte del 29 marzo e di cui ora emergono i dettagli più sconvolgenti, provocando l'ira della comunità ispanica. Tutto si è consumato nel giro di pochissimi secondi. Si vede Adam correre in un vicolo buio inseguito dall'agente che, puntando una torcia, gli urla di fermarsi, di mostrargli le mani. «Mettila giù! Mettila giù», grida ancora il poliziotto, riferendosi alla pistola che Adam tiene nella mano destra e che, fermata la sua corsa, getta al di là di una recinzione di legno. Poi il ragazzino si gira, alza le mani. Ma non ha nemmeno il tempo di dire una parola, di rendersi conto di quanto stava accadendo. In un istante si ritrova a terra, con la felpa insanguinata, lo sguardo ora incredulo.
L'agente Eric Stillman, 34 anni, ha esploso un solo colpo, mortale. Poi si precipita verso il ragazzino e cerca di rianimarlo: «Resta con me! Resta con me!», grida più volte, resosi conto della gravità della situazione. «Chiamate un'ambulanza!». Troppo tardi. Poco dopo Adam viene dichiarato deceduto sul posto. Non tornerà più nell'abitazione dove viveva con la madre e il fratello maggiore a Little Village, un quartiere nella zona ovest di Chicago dove oltre l'80% dei residenti è di origine messicana. Mancava di casa da giorni, e quella notte del 29 marzo era in giro con un ragazzo di 21 anni, Ruben Roman.
Questi avrebbe esploso alcuni colpi di pistola, probabilmente una bravata, provocando l'intervento della polizia. Una breve corsa e Ruben viene arrestato, dopo aver probabilmente passato l'arma al piccolo Adam ancora in fuga. Storie di un disagio giovanile che sono all'ordine del giorno in una città come Chicago, dove nei primi tre mesi del 2021 si contano già 131 omicidi, mai così tanti dal 2017.
Ora la rabbia monta a livelli di guardia, soprattutto quella di una minoranza ispanica che da sempre sei sente nel mirino della polizia tanto quanto la comunità afroamericana. L'agente Stillman è stato al momento sospeso e la sindaca Lori Lightfoot ha lanciato un appello alla calma, perchè il timore è che quella rabbia possa esplodere nel weekend. E che alle proteste per chiedere giustizia per Adam si uniscano quelle per i due casi che hanno sconvolto Minneapolis, le uccisioni per mano della polizia di George Floyd e Daunte Wright. Ma nell'intero Paese ancora una volta si alza alta la voce di chiede una radicale riforma della polizia, a partire dal modo in cui gi agenti vengono addestrati.
Intanto a Indianapolis si consuma l'ennesima strage, con un uomo armato di fucile che ha aperto il fuoco in un grande centro della Fedex nell'area dell'aeroporto, uccidendo almeno 8 persone, ferendone molte altre e infine togliendosi la vita. Poco finora è trapelato sui motivi che hanno portato all'ennesimo bagno di sangue, con l'Fbi che indaga e non ha ancora identificato il killer suicida.
Ma è l'undicesima sparatoria di massa dall'inizio dell'anno negli Stati Uniti, una carneficina legata alla piaga delle armi da fuoco la cui diffusione è fuori controllo. E con una reale stretta resa finora impossibile dalle resistenze di gran parte della politica e della potente lobby della National Rifle Association. Ma il presidente è tornato a parlare di «una inaccettabile epidemia che squarcia l'anima della nazione. Dobbiamo agire» ha detto Biden dalla Casa Bianca mentre le bandiere scendevano a mezz'asta per un'altra giornata di sangue.
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