Italia e Estero

La testimonianza: «Il Giappone ignora la catastrofe in corso»

Diego Pellecchia, bresciano residente a Kyoto, racconta come la percezione dell'emergenza coronavirus sia ancora parziale
A Tokyo la vita scorre come sempre, nonostante l'aumento dei casi di coronavirus - Foto Ansa/Epa/Franck Robichon © www.giornaledibrescia.it
A Tokyo la vita scorre come sempre, nonostante l'aumento dei casi di coronavirus - Foto Ansa/Epa/Franck Robichon © www.giornaledibrescia.it
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Il Giappone delle Olimpiadi, dei contagi pressoché assenti, delle guarigioni miracolose grazie all’Avigan (così come ci sono state vendute in Italia) e dei ciliegi in fiore si è ritrovato in pochi giorni a piombare nell’emergenza coronavirus, con le autorità passate da un sostanziale silenzio sul tema all’allarme, tanto che la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, ha invitato i cittadini a evitare le uscite non essenziali (con scarsi risultati, considerata l’immagine che vedete qui di Shibuya).

 

Il quartiere Shibuya affollato di passanti - Worldcams.tv
Il quartiere Shibuya affollato di passanti - Worldcams.tv

 

Mentre l’Italia viveva l’escalation della pandemia di Covid-19, in Giappone il clima era completamente diverso. Una situazione straniante, come racconta Diego Pellecchia, bresciano di Flero residente da anni a Kyoto, dove insegna in università, diviso tra le notizie allarmanti dal suo paese d’origine e l’apparente tranquillità che vedeva nel quotidiano.

«Ho vissuto queste settimane con molta preoccupazione e confusione, soprattutto a causa del gran numero di voci contraddittorie - racconta Pellecchia -. Cerco di informarmi quotidianamente leggendo la stampa locale e internazionale. Noi espatriati dobbiamo essere grati alla tecnologia che ci permette di essere in contatto costante con parenti e amici che sono lontani, ma anche con le istituzioni». 

 

Diego Pellecchia
Diego Pellecchia

 

Com'era nel frattempo la realtà in Giappone?
«Sentiamo parlare del coronavirus da gennaio, ma la mia impressione è che nonostante le notizie della tragica situazione in cui versa gran parte mondo arrivino anche qui, i giapponesi non siano molto preoccupati. Non si trovano più mascherine nei negozi da settimane, e la carta igienica compare poco per volta sugli scaffali. Eppure treni, metropolitane, ascensori, bar e centri commerciali sono ancora pieni. Sono visioni surreali, se paragonate a quello che sta accadendo all'estero. Solo ultimamente, con la notizia dell'incremento repentino di casi verificati a Tokyo, si comincia a parlare di misure restrittive che non siano solo quarantene per chi viene dall'estero».

Quanto credi che abbia contato il tema delle Olimpiadi nella gestione dell'emergenza da parte delle autorità locali?
«Credo che il governo abbia cercato di aspettare il più possibile prima di decidere di posporre le Olimpiadi, ma ha dovuto arrendersi di fronte all'incremento dei casi in Giappone, oltre che a una sempre più giustificata consapevolezza che questa pandemia non si risolverà in poche settimane».

 

Ciliegi in fiori a Tokyo - Foto Ansa/Epa/Kimimasa Mayama © www.giornaledibrescia.it
Ciliegi in fiori a Tokyo - Foto Ansa/Epa/Kimimasa Mayama © www.giornaledibrescia.it

 

Quali misure restrittive sono state introdotte? 
«Durante febbraio e marzo le scuole primarie e secondarie sono state chiuse, e sono stati cancellati i grandi eventi sportivi, come gli incontri di baseball o i tornei di sumo, ma già si parla di riaprire alcune scuole dove i contagi sono ritenuti essere sotto controllo. Per il resto le attività lavorative e commerciali si sono svolte e si svolgono normalmente. L'anno accademico universitario inizia ad aprile, e le università hanno preso provvedimenti indipendentemente, o posticipando l'inizio delle lezioni, o trasformandole in lezioni online».

In questo momento sei libero di viaggiare?
«Ad oggi sono libero di viaggiare sul territorio nazionale, ma è stato annunciato che da aprile per almeno un mese i voli verso l'Italia saranno sospesi. Credo che trovare biglietti per qualsiasi destinazione estera diventerà sempre più difficile. In particolare gli abitanti con passaporto estero verranno soggetti a restrizioni più severe, come il divieto di rientro in Giappone qualora si uscisse dal territorio».

Dal punto di vista sanitario, quali indicazioni ti sono state date?
«Il Giappone è un paese molto pulito ed in questo periodo abbondano istruzioni su come lavarsi le mani, su quali situazioni evitare, etc. Tuttavia la pratica del "distanziamento sociale" sembra non essere ancora messa in atto. Difficile, soprattutto considerando gli spazi angusti dei mezzi di trasporto e degli ambienti lavorativi giapponesi. La situazione però è in continuo sviluppo, soprattutto in questi ultimi giorni».

Sei preoccupato?
«Certo, sarebbe incosciente non esserlo. La situazione dei contagi sta peggiorando rapidamente a Tokyo, una megalopoli che conta quasi quattordici milioni di abitanti. Quello che mi preoccupa di più è il comportamento di molti giapponesi che sembrano ignorare quello che accade nel mondo, e che potrebbe accadere anche qui. Speriamo che le misure prese dal governatore di Tokyo siano l'inizio di misure più stringenti. I ciliegi hanno iniziato a sbocciare e le temperature a crescere. Il mio timore è che lo spirito primaverile spinga molti a festeggiare nei parchi e nei ristoranti. Spero che lo spirito di gruppo e la proverbiale ottemperanza agli ordini superiori non siano solo stereotipi del Giappone, ma strumenti per evitare una catastrofe».

 

 

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