Italia e Estero

La Pasqua dell'Italia reclusa: tradizioni da reinventare

Della festa, citata anche dai proverbi, restano forse soltanto le celebri pulizie: ecco come verrà vissuta lungo lo Stivale
Orsetti sul davanzale, per allietare la segregazione domestica dei bambini
Orsetti sul davanzale, per allietare la segregazione domestica dei bambini
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Niente pranzo con i parenti e neanche il week-end lungo a Parigi o Londra. Niente Messa in chiesa. Niente gita al mare per aprire le finestre della seconda casa. Niente visite nelle città d’arte più belle d’Italia. Domani è la «strana» Pasqua per la quale tutti gli italiani saranno in casa, in famiglia, ma solo con le persone con cui vivono, senza nonni, cugini o fidanzati. Pasquetta, idem, con la beffa del meteo che preannuncia sole su tutta Italia e temperature di 25-26 gradi.

Un fattore che darà gran lavoro alle forze dell’ordine chiamate a controllare chi non rispetterà le norme di contenimento. Della festa, citata anche dai proverbi, restano solo le celebri «pulizie di Pasqua», considerato quanto tempo libero c’è nelle famiglie, da occupare in qualche modo.

Una Pasqua malinconica, dunque, in cui una delle note più positive è quella della grande solidarietà che si vede in questi giorni, con la distribuzione speciale di uova e colombe ai poveri ma anche nei tanti ospedali in prima linea contro il Covid-19.

Il pranzo quest’anno è rigorosamente fai-da-te. E se sui social si moltiplicano le ricette tradizionali sfrondate dei passaggi più difficili per aiutare anche chi non ama i fornelli, c’è anche chi non rinuncia al menù del suo ristorante preferito. «Abbiamo prenotazioni per il giorno di Pasqua e alcuni dei nostri clienti osservano, non senza rammarico, che è la prima volta, dopo tanti anni, che non sono a pranzo da noi nel giorno di festa», affermano da un rinomato ristorante di Borgomanero, Novara, che si è «convertito»consegnando i pasti a domicilio.

A Roma a consegnare il pranzo di Pasqua pensa la pizzeria più famosa nel centro storico, citata anche dalla guida Routard, che prevede un menù pasquale a base di lasagne bianche ai carciofi, e l’immancabile abbacchio con patate. Un piatto, questo, che è il classico per molte tavole. E i contadini e allevatori degli agriturismi, 23mila strutture oggi chiuse, secondo i dati della Coldiretti, si stanno attrezzando per spedirli a chi li chiederà.

Niente pastiera a domicilio invece per i napoletani. La potranno mangiare solo quelle famiglie nelle quali qualcuno sa cimentarsi nella lunga e laboriosa ricetta. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha proibito con un’ordinanza anche le consegne di cibo a domicilio. Più fortunati i romani ai quali non mancheranno i ricercatissimi cannoli siciliani della pasticceria di Prati che li consegna in «kit», con il ripieno da aggiungere al momento. Per la prima volta nella storia sarà una Pasqua senza Messe per i cattolici, che potranno solo seguire le funzioni in tv o on-line, nonostante qualche polemica politica.

Ma questi sono giorni di festa anche per gli ebrei, con la Pesach, il cui momento solenne è il Seder, la cena che apre le celebrazioni e che normalmente vede raccolta tutta la famiglia, con nonni, zii e cugini, per le benedizioni, nonché per la lettura corale dell’Haggadah (il racconto dell’uscita degli ebrei dall’Egitto). Alcuni rabbini, con una decisione senza precedenti, hanno autorizzato a tenere questa fondamentale riunione di famiglia in videoconferenza utilizzando, per esempio, la piattaforma offerta da Zoom

Pasqua sarà il giorno dei film da vedere in tv o dei grandi spettacoli nati proprio per l’occasione come il concerto di Andrea Bocelli al Duomo di Milano. Gli auguri? Tutto il mondo se li farà via WhatsApp o attraverso altri canali sociali. Lo strumento indispensabile della Pasqua 2020, sotto la minaccia del Coronavirus, sarà dunque il telefono, meglio uno smartphone, visto che anche gli over-70 in questi giorni complicati, hanno imparato a scaricare app per le videochiamate con i nipoti con le quali riempire i lunghi giorni di confinamento.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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