La moda in disco? «La mascherina portata al braccio»
Turisti a Rimini tra voglia di svago e cautela dopo la serrata della Riviera sulla movida, con chiusure di locali e controlli intensificati, e gli appelli degli amministratori, Bonaccini in primis, al rispetto delle precauzioni anti-Covid.
Tra i numerosi vacanzieri arrivati in zona, ci sono anche diversi bresciani. Al tavolo di una pizzeria sui viali delle Regine a Rimini c'è un gruppo di sei giovani ragazze arrivate dalla nostra provincia per le quali c'era voglia di svagarsi dopo mesi difficili, «anche se c'è sempre un po’ di paura», confessano. «Bisogna tornare alla normalità - dice una di loro - però con cautela». La Leonessa è stata martoriata dal coronavirus, «ci serviva un po’ di ripresa da tutto quello che è successo».
Un paio di ristoranti più in là siedono cinque giovani del Bresciano che fanno la vacanza della maturità, sei giorni, con le sere passate nei locali. «È difficile mantenere il distanziamento in discoteca - ammettono - raramente qualcuno porta la mascherina in pista». La nuova moda di quest'anno in discoteca? «La mascherina portata al braccio», ma non sul viso, dicono.
E proprio sul tema delle discoteche si è consumato nelle scorse ore uno scontro politico tra Governo e Regioni: il ministro Speranza vorrebbe infatti applicare misure più restrittive e maggiori controlli, ma i governatori in parte si oppongono, rinviando l'introduzione di nuove norme a livello nazionale e muovendosi in ordine sparso. Lasciando l’Emilia Romagna, c’è il caso della Toscana, che ha approvato un’ordinanze che prevede almeno due metri tra gli utenti che accedono alla pista da ballo, conteggio degli ingressi obbligatorio così come la registrazione ogni accesso e un registro delle presenze per almeno 14 giorni. Al contrario, in Sardegna le discoteche all'aperto restano aperte mentre la Puglia, con le località del Salento zeppe di ragazzini, annuncia più controlli e riporta in vigore l'obbligo di mascherina anche all'aperto.
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