Italia e Estero

La casa editrice Altaforte è stata esclusa dal Salone del Libro

La scelta è legata alle polemiche e defezioni per le posizioni fasciste espresse dall'editore Francesco Polacchi, che annuncia una causa
Scontri a Roma tra fazioni di studenti: Polacchi ha la camicia a righe e il bastone tricolore - Foto Ansa/Ettore Ferrari © www.giornaledibrescia.it
Scontri a Roma tra fazioni di studenti: Polacchi ha la camicia a righe e il bastone tricolore - Foto Ansa/Ettore Ferrari © www.giornaledibrescia.it
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Una «scelta di campo»: Città di Torino e Regione Piemonte definiscono così la decisione di tenere fuori dal Salone del Libro Altaforte, la casa editrice vicina a CasaPound, per «tutelare la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento della manifestazione».

Dopo giorni di polemiche, divisioni e defezioni, sale dunque la tensione alla vigilia dell’inaugurazione della fiera. «È una richiesta assurda. Faremo causa e la vinceremo», afferma Francesco Polacchi, esponente del partito di estrema destra e editore di Altaforte che ieri peraltro la Procura di Torino ha indagato per apologia del fascismo.

Quando il Lingotto aprirà oggi i battenti per l’inaugurazione della 32ª edizione della kermesse, Altaforte non ci sarà. Di fronte alla decisione di Comune e Regione, che del Salone del Libro sono soci, gli organizzatori annunciano infatti per bocca di Silvio Viale l’intenzione di «adeguarsi». Chi ci sarà, stamattina, è invece Halina Birenbaum, 90 anni, sopravvissuta ad Auschwitz. «Le lasceremo la parola», annunciano la sindaca Chiara Appendino e il governatore Sergio Chiamparino, al termine di una lunga giornata di trattative. È stata proprio la poetessa polacca, 90 anni, residente in Israele, a spingere le istituzioni all’esclusione.

«Era inimmaginabile avere una testimone della storia come lei fuori dal Salone e Altaforte dentro...», dice la prima cittadina di fronte alla possibilità che la scrittrice tenesse la sua lezione agli studenti davanti ai cancelli del Salone. «Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio - spiega Chiamparino - per trovare una mediazione, ma non è stato possibile, per cui abbiamo preso l’unica decisione in linea con la tradizione e i valori di Torino».

In linea con la presa di posizione delle istituzioni è Nicola Lagioia, che del Salone del Libro è il direttore editoriale. «Halina Birenbaum farà una lectio inaugurale proprio per segnare da che parte stiamo - sottolinea -. La sua assenza sarebbe stata uno sfregio per l’evento e per Torino, città profondamente antifascista. Per come si erano messe le cose si rischiava che questo Salone fosse involontariamente uno sfregio alla storia della città, per di più proprio nel centenario della nascita di Primo Levi...».

«C’è un dato di fatto - sottolinea ancora Chiamparino -: a fronte dell’indubbia recrudescenza di episodi che ricordano l’apologia di fascismo e possono essere individuati come tentativi di ricostituzione in forme diverse e nuove che ricordano il partito fascista, mi auguro che questa nostra assunzione di responsabilità aiuti anche ad affrontare questo tema...».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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