Italia e Estero

Jacopo, fratello di Deborah Compagnoni, ucciso dalla valanga

Il 40enne era guida alpina e viveva da sempre la montagna in ogni sua forma. La tragedia in Valfurva
Jacopo Compagnoni, 40 anni, in una foto con la sorella Deborah - © www.giornaledibrescia.it
Jacopo Compagnoni, 40 anni, in una foto con la sorella Deborah - © www.giornaledibrescia.it
AA

Il fratello minore dell'ex pluricampionessa olimpica di sci Deborah Compagnoni è stato ucciso ieri da una valanga. Jacopo, 40 anni, stava scendendo con gli sci d'alpinismo dal canale Nord del Monte Sobretta, a circa 2.850 metri di quota, nel territorio comunale di Valfurva, quando all'improvviso è avvenuta la tragedia: il distacco di una massa di neve che non gli ha lasciato scampo.

Era in compagnia di un amico che si è salvato e ha riportato poche escoriazioni. È stato lui a lanciare l'allarme al 112 e, nell'attesa dell'arrivo dell'elicottero di Areu e delle squadre da terra del Soccorso alpino, ha prestato i primi soccorsi. La situazione di Compagnoni però, a causa dei gravi traumi riportati, è apparsa subito disperata ed è morto in ospedale. La Procura di Sondrio, guidata da Elvira Antonelli, ha aperto un'inchiesta per stabilire le esatte cause del drammatico incidente in quota ed eventuali responsabilità. Con ogni probabilità sarà disposta l'autopsia che potrà dare qualche risposta a questa tragedia.

Lunghe e complesse le operazioni di soccorso: l'incidente, avvenuto poco prima di mezzogiorno quando le temperature erano in rialzo, infatti si è verificato in una zona impervia. Jacopo Compagnoni, guida alpina e maestro di sci, era imnamorato della montagna. In un video ricordava la sua passione, nata quando era ancora bambino e seguiva il nonno che accompagnava i clienti sulle montagne della Valtellina. Una passione unita però alla professionalità che non gli faceva mai perdere di vista la sicurezza.

«La nostra prima regola è sempre stata quella di rendere sicura e agevole la gita in montagna per ogni cliente, dal più esperto a quello che lo è meno. Ci si deve divertire ma in piena sicurezza», ricordava nel video. Il quarantenne, da diversi anni, guidava i clienti del Romantik Hotel Baita Fiorita di famiglia, gestito dal fratello più grande dopo che i genitori si erano ritirati. Oggi è stato tradito da quelle montagne che conosceva come le sue tasche.

«Sono Jacopo Compagnoni, faccio la guida alpina e il maestro di sci, vivo a Santa Caterina Valfurva, in alta Valtellina, e tutto l'anno accompagno i clienti sulle montagne, in questa zona e in tutte le Alpi, d'estate in alta montagna e in inverno si fa free ride e andando verso la primavera lo sci alpinismo», si presentava in una sorta di spot online in cui dichiarava il suo mestiere ma anche la sua dedizione a quel territorio per lui familiare.

«Sono sempre andato in montagna, mio nonno - diceva nel video - era guida alpina, mio papà anche e da piccolino mi portava quando c'era magari un posto libero, mi chiedeva e andavo insieme. Da quando avevo 6 anni ho fatto quasi tutte le montagne qua, nel giro di 3 o 4 anni. Sicuramente ci vuole passione, poi visto da fuori sembra un lavoro bellissimo - e non è neanche un lavoro- invece ci sono molte problematiche, siamo noi i responsabili di chi viene in montagna con noi e la priorità - sottolinea - è sempre quella, di rendere sicura e agevole la gita di un cliente, renderla anche bella perché comunque vengono con noi per divertirsi ma sempre in sicurezza».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato