Italia e Estero

Isola il coronavirus, assunta la ricercatrice precaria

Francesca Colavita fa parte del team di ricercatrici che ha isolato il coronavirus: l'assunzione già richiesta nel novembre 2019
Francesca  Colavita, a destra, con Concetta Castilletti e Maria Rosaria Capobianchi (al centro) - Foto Ansa/Claudio Peri © www.giornaledibrescia.it
Francesca Colavita, a destra, con Concetta Castilletti e Maria Rosaria Capobianchi (al centro) - Foto Ansa/Claudio Peri © www.giornaledibrescia.it
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È riuscita ad isolare in laboratorio il nuovo coronavirus lavorando in un team con altre due colleghe. Francesca Colavita, 30 anni ed una grande passione per la ricerca, ha raggiunto questo successo vestendo il camice di ricercatrice precaria. Fino a ieri: l'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani, dove ha lavorato con un contratto di collaborazione, ha infatti ottenuto di poter procedere all'assunzione della giovane professionista. Per la ricercatrice, originaria di Campobasso, si apre così definitivamente la strada della ricerca. 

L'Istituto Spallanzani ha infatti ottenuto dall'Azienda sanitaria regionale del Molise il nulla osta, richiesto l'8 novembre 2019, necessario per poter assumere la ricercatrice, attingendo alla graduatoria dei vincitori e idonei al concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di un posto di dirigente Biologo della disciplina di Microbiologia e Virologia, che vede la giovane collocata al diciassettesimo posto. Proprio la sua vicenda ha riaperto il dibattito sulla condizione di precarietà che accomuna tanti ricercatori italiani. Sul tema è anche intervenuto il ministro per la Ricerca e l'Università, Gaetano Manfredi, il quale ha assicurato come combattere la precarietà dei ricercatori sarà «la sua priorità». 

Colavita - che ha isolato il nuovo coronavirus con le colleghe Maria Capobianchi e Concetta Castilletti - ha una vasta esperienza anche nello studio del virus Ebola. Allo Spallanzani ha un contratto di collaborazione e lavora presso il laboratorio di Virologia e Biosicurezza. Ha partecipato a progetti di sicurezza e cooperazione allo sviluppo in Sierra Leone nel laboratorio installato presso il Princess Christian Maternity Hospital di Freetown. Una grande esperienza, dunque, maturata contestualmente sul campo. Tanto che lo Spallanzani ha ottenuto di poter procedere alla sua assunzione «in considerazione della vocazione per la ricerca piuttosto che per l'assistenza, nonché per la lodevole attività professionale che ha assicurato nell'ambito dell'emergenza sanitaria attuale di rilevanza nazionale e internazionale».  

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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