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Isis, giallo sulla morte del Califfo al Baghdadi

L'aviazione irachena ha colpito un convoglio su cui sarebbe stato a bordo al Baghdadi, ma non ci sono conferme
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L’Isis è stato fortemente indebolito, se non addirittura decapitato, dopo il raid aereo compiuto dall’aviazione di Baghdad al confine con la Siria. Ad affermarlo è il governo iracheno, secondo cui «numerosi leader» dello Stato islamico sono stati uccisi nell’attacco. Sulle sorti del «Califfo» Abu Bakr al Baghdadi non vi sono però certezze. Il ministero degli Interni ha fatto sapere solo che il capo jihadista è stato «portato via con urgenza» dal luogo del bombardamento. 

Già nella scorsa primavera e nel novembre 2014 i media iracheni e internazionali avevano diffuso notizie - mai confermate - del ferimento o dell’uccisione di Baghdadi, colpito da raid dell’aviazione governativa di Baghdad. L’Isis si era sempre affrettato a smentire o a minimizzare. Nel comunicato reso noto nel pomeriggio si fa riferimento a «un’eroica operazione» compiuta da una «cellula del reparto speciale dei servizi di informazione del ministero degli Interni»: «Abbiamo colpito il convoglio del criminale Abu Bakr al Baghdadi». 

L’azione è stata condotta «col diretto coordinamento con la centrale operativa interforze», prosegue il testo in riferimento al comando militare composto dalle forze governative di Baghdad, dai capi delle milizie sciite filoiraniane al fronte contro l’Isis, da consiglieri russi, iraniani e americani. 

I velivoli militari hanno colpito il convoglio sul quale si pensa viaggiasse Baghdadi, diretto a una riunione dei leader dell’Isis nei pressi di Karabla, una località ad appena cinque chilometri dalla frontiera con la Siria. Fonti ospedaliere di Karabla, cittadina abitata da 50mila persone, hanno confermato che nell’ospedale locale sono arrivate «salme» di leader jihadisti. Ma tra questi corpi senza vita non c’è - hanno detto citate dalle tv panarabe - quello di Baghdadi. Il ministero degli Interni ha ammesso di non avere notizie sulle sorti di Baghdadi. Ma ha affermato che «è stato trasportato d’urgenza» in un luogo sconosciuto. 

Intanto dalla Siria è giunta la notizia della liberazione di padre Jacques Murad già priore del monastero siri-cattolico di Mar Elian, Il prete è stato per 5 mesi nelle mani dell’Isis e fa parte della comunità monastica di Mar Musa fondata dal gesuita italiano Padre Dall’Oglio, scomparso nel nord della Siria nel luglio 2013 e secondo diverse fonti in mano proprio all’Isis.

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