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Iniettò droga a ragazza che poi morì di overdose, assolto

La Polizia di Stato di Brescia, dalle prime ore dell’alba sta eseguendo 6 misure cautelari emesse dall’Autorità Giudiziaria di Brescia nei confronti di un gruppo di persone, gravemente indiziate di aver ceduto sostanze stupefacenti ad una ragazza bresciana, causandone la morte per overdose, avvenuta a Brescia in data 23 agosto 2020.
La Polizia di Stato di Brescia, dalle prime ore dell’alba sta eseguendo 6 misure cautelari emesse dall’Autorità Giudiziaria di Brescia nei confronti di un gruppo di persone, gravemente indiziate di aver ceduto sostanze stupefacenti ad una ragazza bresciana, causandone la morte per overdose, avvenuta a Brescia in data 23 agosto 2020.
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MILANO, 22 GEN - È stato assolto nel processo d'appello bis Michael Paloschi, 36 anni, accusato di omicidio preterintenzionale per aver iniettato, nell'estate del 2021, una dose di eroina a Francesca Manfredi, la ragazza di 24 anni bresciana che poi morì di overdose. La sentenza di assoluzione con la formula "perché il fatto non sussiste" è stata pronunciata oggi dai giudici della Corte di Assise di Appello di Milano, che hanno confermato il verdetto di primo grado dopo l'annullamento con rinvio della condanna, oggi quindi azzerata, a 7 anni e 4 mesi che era stata inflitta all'uomo in secondo grado. Paloschi, difeso dall'avvocata Valeria Cominotti, era accusato di aver iniettato una dose di eroina nel braccio della ragazza, morta a causa di un mix di alcol e droga durante un festino nella sua abitazione a Folzano, nel Bresciano, nella notte tra il 23 e il 24 agosto del 2021. Il 36enne si trovava in casa con Francesca e un'altra ragazza, già assolta dall'accusa di omissione di soccorso. Sentita nel processo come teste, l'amica aveva raccontato che sarebbe stato Paloschi a iniettare alla giovane parte della dose letale. Dopo l'annullamento da parte della Cassazione della condanna inflitta dalla Corte di Appello di Brescia, i giudici milanesi avevano deciso, seguendo le indicazioni della Suprema Corte, di riascoltare in aula i consulenti tecnici di accusa e difesa e anche l'altra ragazza che si trovava nell'abitazione quella notte. Oggi la conferma della sentenza di primo grado. Le motivazioni sono attese entro 90 giorni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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