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Influenze illecite, Beppe Grillo indagato per contratti con Moby

Per la Procura di Milano Grillo trasferì ai politici le richieste dell’armatore Onorato. Nel contratto un compenso di 200mila euro
Beppe Grillo e il patron di Moby Vincenzo Onorato - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Beppe Grillo e il patron di Moby Vincenzo Onorato - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it.

Nell'inchiesta della Gdf, coordinata dall'aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Cristiana Roveda, sono in corso attività con perquisizioni e acquisizioni di documenti. Su Moby, ammessa al concordato preventivo di recente, è in corso un'inchiesta per bancarotta, coordinata dal pm Roberto Fontana, che vede indagati il patron Vincenzo Onorato e il figlio. Da una tranche di questa indagine, e in particolare da una relazione depositata da un consulente tecnico della Procura, è nato il filone per traffico di influenze illecite.

Il fascicolo vede al centro «trasferimenti di denaro» da parte del gruppo Onorato alla società di Grillo che gestisce il sito, la Beppe Grillo srl, per il pagamento di contratti pubblicitari, tra il 2018 e il 2019. L'indagine era partita, tra l'altro, da una relazione tecnica, allegata al concordato preventivo e firmata da Stefani Chiaruttini, nella quale si parlava di 200mila euro versati alla Beppe Grillo srl per un contratto che va dal marzo 2018 al marzo 2020 «volto ad acquisire visibilità pubblicitarie per il proprio brand sul blog» del comico-politico, di 600mila per due anni per la Casaleggio Associati per «sensibilizzare le istituzioni sul tema dei marittimo» e per «raggiungere una community di riferimento di 1 mln di persone».

Inoltre, di 200 mila euro alla Fondazione Open «sostenitrice» di Matteo Renzi, di 100mila euro al Comitato Change legato al presidente della Liguria Giovanni Toti, di 90mila al Partito Democratico, per chiudere con 10mila euro a Fratelli d'Italia. E ancora 550mila euro destinati a Roberto Mercuri (non indagato), ex braccio destro dell'ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona a cui si aggiungono, oltre ai 50 mila euro all'associazione senza fini di lucro «Fino a prova contraria», l'acquisto e la ristrutturazione per 4,5 milioni di una villa in Costa Smeralda per «rappresentanza» aziendale, appartamenti di lusso a Milano «in uso a rappresentanti del Cda», noleggio di jet privato e auto come Aston Martin e Rolls Royce, Mercedes o Maserati Levante.

Allo stato, comunque, eccetto Beppe Grillo, gli altri nomi indicati nella relazione non risultano iscritti nel registro degli indagati. 

Nell'indagine della Procura di Milano ci sono elementi «che fanno ritenere illecita la mediazione operata» da Beppe Grillo, in merito alle richieste di interventi avanzate da Vincenzo Onorato e veicolate dal fondatore dei Cinque Stelle a «parlamentari in carica», «in quanto finalizzata ad orientare l'azione pubblica dei pubblici ufficiali in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby». Lo si legge nel decreto di perquisizione eseguito dalla Gdf nell'inchiesta milanese che ipotizza il reato di traffico di influenze illecite per pagamenti su contratti pubblicitari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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