Indagini sul treno deragliato: è mancata la segnalazione
Sono stati tutti dimessi dall'ospedale Maggiore di Lodi, salvo un addetto delle pulizie, i feriti nel deragliamento del Frecciarossa di ieri mattina nel Lodigiano. In ospedale erano arrivati in dodici. Rimane ricoverato, quindi, solo l'addetto alle pulizie del convoglio che subito un'operazione. Le sue condizioni non sono gravi.
Proseguono intanto le indagini del Noif, il Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer che sta eseguendo per conto dell'autorità giudiziaria gli accertamenti sul deragliamento lungo la linea Milano-Bologna, in provincia di Lodi. Al centro c'è la mancata segnalazione al sistema elettronico di sicurezza dello scambio in svio. I tecnici e gli investigatori infatti dovranno chiarire perchè il sistema di rilevamento non abbia ricevuto una segnalazione di «svio» ma l'abbia ricevuta di binari «per dritto», altrimenti avrebbe fermato il treno molti chilometri prima.
In sostanza lo scambio - il cosiddetto «punto zero» - avrebbe dovuto avere gli «aghi» dei binari posizionati sul «via dritto» e invece li aveva posizionati in «svio a sinistr». Lo scambio non ha però immesso il treno in un binario morto (in quel tratto peraltro scorrono più binari dell'alta velocità in parallelo) anche perché a 290 km/h non ce n'è stato il tempo: la carrozza n.1, dove si trova la motrice, è praticamente decollata sullo scambio e a causa della velocità è arrivata lontano, 6-700 metri dopo, impattando contro un carrello che si trovava su un binario morto, e poi contro una palazzina. Il carrello è stato poi trovato dentro la palazzina, mentre dalla cabina di pilotaggio, sventrata, i corpi dei due macchinisti vittime sono stati proiettati fuori a grande distanza.
La polizia scientifica ha recuperato l'hard disk delle telecamere che da mesi erano state posizionate sul perimetro della stazione di segnalamento dove ha finito la sua corsa la motrice del Frecciarossa deragliato, ieri mattina, a Ospedaletto Lodigiano.
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