Italia e Estero

Inceneritori, scontro aperto Di Maio-Salvini

Salvini: «Chi dice solo no provoca i roghi tossici» Fico: «La sue parole sono uno schiaffo alla Campania»
I vicepremier. Luigi Di Maio e Matteo Salvini
I vicepremier. Luigi Di Maio e Matteo Salvini
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Il vicepremier Di Maio avverte: la polemica di Salvini, «crea tensioni nel Governo». Ma il leader della Lega insiste: «I termovalorizzatori li faremo». E Roberto Fico frena: «Non si faranno mai».

Il giorno dopo l’allarme lanciato a Napoli dal ministro dell’Interno sul rischio di una nuova emergenza rifiuti in Campania e sulla sua soluzione per evitarla, vale a dire un termovalorizzatore per ogni provincia, è sempre più scontro all’interno dell’asse Lega Movimento 5 Stelle. Il tutto a poche ore dal vertice che il premier Conte terrà a Caserta lunedì per fare il punto e trovare una soluzione in merito alla terra dei fuochi. Le accuse tra gli alleati di governo continuano, anzi aumentano.

Il fronte 5 stelle si compatta. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per il quale non c’è un’emergenza rifiuti ma un «caso roghi», ribadisce che «gli inceneritori non sono nel contratto di Governo». Il ministro del Sud, Barbara Lezzi, mette in chiaro che «non c’è nessun margine di trattativa». Toninelli, a capo del ministero delle Infrastrutture, spiega che «con la Lega dialoghiamo ma siamo contrari» agli inceneritori. E c’è poi il presidente della Camera, Roberto Fico, che parla di «schiaffo» dato da Salvini a Napoli e alla Campania e la vicenda dei termovalorizzatori la chiude così: «Ve lo assicuro, non si farà neanche un inceneritore in più».

Il Carroccio. Ma di chiudere la vicenda, per ora, non sembra arrivato il tempo. Ma Salvini insiste: «In Lombardia ci sono ben tredici termovalorizzatori che non inquinano ma producono energia e ricchezza: chi dice sempre e solo dei "no" provoca roghi tossici e malattie». E guai a ricordargli che i termovalorizzatori non rientrano nel contratto di governo: «Vallo a spiegare ai bambini che fra due mesi respireranno merda». Quindi ribadisce: «I termovalorizzatori li faremo. E senza "ceppa"», facendo sua l’espressione usata dal vicepremier M5S.

Di Maio, dopo il duro attacco di giovedì, da un lato sembra quasi voler stemperare dicendosi «dispiaciuto di questa polemica sugli inceneritori perché si fonda su un tema che non essendo nel contratto di governo non si pone. Abbiamo un ministro dell’Ambiente che ha scoperto la Terra dei fuochi e conosce la Campania, quindi affidiamoci a lui. Lì ci vive la mia famiglia, sono la persona più preoccupata». Del resto, aggiunge, «abbiamo già abbastanza nemici, evitiamo tensioni». Ma dall’altro sembra quasi avvertire il suo alleato quando sottolinea che la polemica di Salvini crea «tensioni nel governo».

Toni bassi. Ad oggi, Costa assicura, c’è «solo uno stato di sofferenza dovuto ai roghi tossici che conosciamo tutti». La raccolta differenziata è la strada da percorrere, anche secondo il governatore della Campania ed il sindaco di Napoli. Ma da Salvini nessun passo indietro: «Ho passato ieri la giornata a Napoli ed erano tutti preoccupati per la salute. Non lo dico io ma quando il capo dei vigili mi dice che c’è il rischio di tornare alla situazione di 10 anni fa devo fare qualcosa».

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