In Tunisia non si fermano le proteste, seconda notte di disordini
I media tunisini segnalano il tentativo di incendio di una sinagoga a Djerba, a El Hara Kebira
- Houmt Souk, sventato per l'intervento di forze dell'ordine e Guardia nazionale. I disordini hanno lambito anche Tunisi con incidenti a Citè Ettadhamen, Intilaka, M'nihla, Jardins d'El Menzah, Zayatine, Ras Rabia, Ezzahrouni, Bouhsesla. Le proteste dei giovani di nuovo in strada contro il carovita e la marginalizzazione sempre più spesso degenerano in atti di violenza deliberata, sassaiole, blocchi stradali, pneumatici bruciati e saccheggi di beni pubblici e privati.
Il premier Youssef Chahed, in riferimento alle manifestazioni violente degli scorsi giorni, ha dichiarato che «la violenza non verrà tollerata» e che «le autorità non hanno altra scelta che
applicare la legge». Le unità dell'esercito hanno affiancato le forze di polizia in molte città del Paese a difesa delle proprietà pubbliche.
Il movimento popolare apartitico #Fech_Nestanew (Cosa stiamo aspettando), ieri ha manifestato a Tunisi per denunciare l'aumento dei prezzi e la politica del governo, annunciando una nuova manifestazione per il 13 gennaio. Ricordiamo che in Tunisia è in vigore lo stato di emergenza dal novembre 2015.
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