Italia e Estero

«Immuni, impensabile non avere falsi positivi e falsi negativi»

Proprio nel giorno in cui l'app di contact tracing diventa attiva in tutta Italia, vengono forniti nuovi chiarimenti
IMMUNI, PREVALGONO I DUBBI
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Da oggi l'app di contact tracing Immuni è attiva in tutta Italia. Dopo la sperimentazione in quattro regioni - e i primi tracciamenti di casi di contagio - l'applicazione diventa non solo scaricabile, ma anche fruibile anche in Lombardia, qui dove peraltro è stata sviluppata. Non senza che la società che ne ha curato la creazione, fornisca alcune ulteriori delucidazioni, su funzionalità e limiti intrinsechi dello strumento.

Il segnale Bluetooth Low Energy usato dalla app Immuni e dalle altre app nazionali di tracciamento che sfruttano la tecnologia di Apple-Google «è molto influenzato da vari fattori di disturbo, per esempio gli ostacoli (in primis i corpi degli utenti) che si frappongono fra i due smartphone.Quindi non è realistico pensare di non avere "falsi positivi" e "falsi negativi"».

Lo spiega Bending Spoons, la società che ha sviluppato Immuni, in una sessione di domande e risposte su Reddit. «Perché un utente venga notificato l'esposizione deve essere avvenuta a una distanza inferiore ai 2 metri per un tempo superiore ai 15 minuti», scrive Bending Spoons precisando che tali parametri sono stati decisi dal ministero della Salute.

Nel merito del funzionamento dell'app, «gli smartphone non possono misurare direttamente la distanza a cui avviene un contatto. Quindi, Immuni usa l'attenuazione del segnale Bluetooth Low Energy per ricavarne una stima», scrive Bending Spoons. «I nostri data scientist hanno eseguito svariati test di calibrazione per rendere questa stima la più affidabile possibile», aggiunge la società. 

«Siamo anche in continuo dialogo con i gruppi di altri Paesi per imparare gli uni dagli altri e migliorare il risultato finale a beneficio di tutti - proseguono gli sviluppatori - I parametri al momento in uso sono quelli che, in base ai nostri test, garantiscono la stima mediamente più corretta relativamente alla soglia dei 2 metri». «La calibrazione attuale è stata fatta in condizioni realistiche (per esempio, con gli smartphone in mano al tester o in tasca dello stesso) - sottpolinea Bending Spoons -. Peraltro, la calibrazione è in continuo divenire, man mano che facciamo altri test e Apple e Google proseguono col perfezionamento della calibrazione delle potenze del segnale Bluetooth Low Energy per i vari modelli di smartphone (Immuni ne supporta oltre 10.000)».

Di contro, la società che ha curato l'app conferma che «Immuni non ha assolutamente accesso ad alcun dato di geolocalizzazione». Diverse accortezze sono poi richieste a seconda del sistema operativo sul quale è installata l'app stessa. «Sugli smartphone Android, a causa di una limitazione del sistema operativo, il servizio di geolocalizzazione deve essere abilitato per permettere al sistema di notifiche di esposizione di Google di cercare segnali Bluetooth Low Energy e salvare i codici casuali degli smartphone degli utenti che si trovano lì vicino», spiega Bending Spoons. «Tuttavia, come si può vedere dalla lista di permessi richiesti da Immuni, l'app non è autorizzata ad accedere ad alcun dato di geolocalizzazione (inclusi i dati del Gps) e non può quindi sapere dove si trova l'utente».

Sempre in tema di privacy, «l'invio di dati al server è limitato al minimo indispensabile affinché il Servizio Sanitario Nazionale possa gestire l'emergenza al meglio», scrivono gli sviluppatori. «In questo senso, i requisiti sono forniti dal Governo, mentre noi ci limitiamo a implementarli». «Confermiamo che l'attenzione alla privacy è stata e continua a essere totale».

Bending Spoons torna poi a rispondere sul ritorno economico di Immuni, ribadendo che non c'è: «Abbiamo fatto tutto gratis. In realtà ci abbiamo rimesso i costi di sviluppo (e anche un po' la salute)», scrivono gli sviluppatori. «Abbiamo anche dovuto posticipare progetti di natura commerciale, con il conseguente costo/opportunità. Speriamo di aver fatto qualcosa che risulti utile e possa aiutare a salvare qualche vita. Sicuramente abbiamo fatto del nostro meglio».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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